Nazionale, se il palazzo del calcio insegue sensazionalismi

L’incredibile settimana azzurra ci ha portato a conquistare la vetta più alta dell’assurdo, l’Everest del grottesco: l’Italia, Paese con 60 milioni di Ct, non ha un Ct
di Fabrizio Biasingiovedì 12 giugno 2025
Nazionale, se il palazzo del calcio insegue sensazionalismi
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L’incredibile settimana azzurra ci ha portato a conquistare la vetta più alta dell’assurdo, l’Everest del grottesco: l’Italia, Paese con 60 milioni di Ct, non ha un Ct. Oddio, questione di ore, ma al momento questi siamo: in bilico per il Mondiale e con la panca vuota. A prescindere da quel che sarà non possiamo fingere che questa sia stata una settimana qualunque, perché è stata esattamente l’opposto, il prontuario dell’inadeguatezza e dell’incapacità di gestire la crisi, il culmine di anni (decenni) in cui alla logica si è fatto prevalere il sensazionalismo, la voglia di accontentare alla meglio il popolo affamato: avete fame? Eccovi le brioches. Solo che ’ste brioches si sono rivelate una più rancida dell’altra. Procediamo per punti.

1) A un certo punto della settimana il Ct sbaglia la partita che non si poteva sbagliare. Tre pere dalla Norvegia e Mondiale a rischio (il terzo di fila). Il popolo chiede ad alta voce la testa di Spalletti, la Federazione non riflette sul fatto che da lì a tre giorni ci sarebbe stata un’altra partita, peraltro abbordabile, e offre a lor signori la capoccia del Ct. «Sono incazzati, accontentiamoli».

2) I reggenti - e nel caso specifico, Gravina - esonerano Spalletti e lo fanno intendere in luoghi pubblici con la straordinaria formula del “dico-non-dico”. Ma non si rendono conto che hanno parlato con Spalletti da Certaldo. Cosa volete che faccia Spalletti da Certaldo? Esatto: va in conferenza e comunica il suo esonero. Morale: andiamo a giocare contro la Moldavia con un Ct fantasma.
Straordinario.

3) Fatto fuori Spalletti il popolo pretende risposte: «E ora chi ci date?». I grandi capi non ragionano secondo logica, la stessa che avrebbe consigliato un filo di attendismo e urlano alla piazza quello che la piazza vuole sentire: «Signori! Vi offriamo il saggio Claudio Ranieri!». La scelta non è dettata da un qualche ragionamento di carattere tecnico, ma da quello che potremmo definire “pragmatismo della cadrega”: la gente è furiosa, dobbiamo conservare il posto, scegliamo l’uomo che piace alla maggioranza. Stop. Poi si vedrà.

4) Qualcuno ha previsto l’imprevisto? La possibilità che il Sor Claudio potesse rifiutare? No, si aspettavano un sì senza condizioni perché «figurati se ci volta le spalle». E invece gliele volta in piena notte, pensate. E Pioli, il piano B, fa altrettanto. E quelli, i grandi capi, si ritrovano con l’ansia di dover trovare qualcuno da piazzare in panca anche se la prossima partita è fra 3 mesi e sapete perché? Perché non hanno saputo gestire la crisi, l’hanno subita.

5) Lezione imparata? Giammai. Di fronte al bivio «Fermiamoci e ragioniamo» o «Troviamo qualcuno che possa piacere alla gente» scelgono ovviamente la seconda strada sotto forma di slogan cavalleresco: «Puntiamo sugli eroi del 2006!». E quindi uno tra Cannavaro, De Rossi, Gattuso, così la gente starà buona e canterà po-po-po.

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Si chiama sensazionalismo, si chiama improvvisazione e la verità è che se - come pare - dovesse arrivare il buon Ringhio avremmo anche un buon motivo per gioire (è molto di più di “quello con la grinta”) ma sarebbe per puro caso, quello che contraddistingue un Palazzo che non prende decisioni, lancia brioches.

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