Jannik Sinner affondato da Paolo Crepet: "Balle, non è credibile"

martedì 17 giugno 2025
Jannik Sinner affondato da Paolo Crepet: "Balle, non è credibile"
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No, Jannik Sinner non convince Paolo Crepet. Il noto psichiatra torinese, in un'intervista concessa all’agenzia Agi, ha espresso dubbi su quanto sostenuto dal campione altoatesino dopo la sconfitta in finale al Roland Garros contro Carlos Alcaraz. Già, con grande coraggio, Crepet de facto critica il numero 1 al mondo. Certo non per il suo tennis, ma per alcune sue parole.

Per Crepet, infatti, quanto detto dal ragazzo di San Candido suona più come una consolazione costruita che come una reale analisi interiore. E non risparmia nemmeno un pronostico sulla presenza di mamma Siglinde a Wimbledon, dopo il viaggio a Parigi: “Credo che, a differenza di Parigi, deciderà di non andare a Wimbledon”.

Sinner, reduce da una nuova sconfitta nel doppio insieme all’amico Lorenzo Sonego, tornerà a gareggiare in singolare oggi, martedì 17 giugno, ad Halle, dove affronterà il tedesco Yannick Hanfmann. Ma secondo Crepet, l’ostacolo più difficile da superare non sarà l’avversario in campo, bensì il peso emotivo della finale persa in Francia. “Jannik scenderà in campo armato della miglior rabbia possibile, quella che si porta dietro dalla finale persa al Roland Garros”, spiega. “Se ben gestita lo renderà ancora più forte”, prevede l'esperto.

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Ma come detto in premessa, nel mirino dello psichiatra ci sono alcune dichiarazioni post-match di Sinner che a suo avviso peccano di autenticità. “Ha dichiarato che dopo quella finale si è focalizzato non sulle occasioni perse ma sugli aspetti positivi, sul fatto di aver giocato al suo meglio per oltre cinque ore sulla terra rossa che non è la sua superficie preferita. Le reputo balle da mental coach", afferma Crepet senza mezzi termini. “È come se dopo essere stata lasciata da quello che credeva il ragazzo della sua vita una ragazza si focalizzasse sui weekend romantici passati con lui e non sul dolore che prova, non è credibile”, sentenzia picchiando durissimo.

Ma quale sarebbe l’approccio giusto, secondo Crepet? La risposta sta nella capacità di trasformare la delusione in forza. “Quella rabbia, ben gestita, diversa cioè da quella che porta i tennisti a contestare le decisioni dell’arbitro o ancora peggio a prendersela con se stessi, operazioni che conducono alla perdita di autostima”, sottolinea. Solo affrontando le proprie fragilità si cresce davvero, insiste il medico. “Solo la sconfitta può metterti faccia a faccia con le tue carenze, dandoti la possibilità di migliorarti, chi vince sempre non ha queste possibilità”, conclude Paolo Crepet.

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