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Cairo. "I giocatori del Brescia minacciavano Bianchi e Scaglia"

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Dopo la finale di andata, il presidente granata sbotta. Bianchi squalificato per una bestemmia

Roberto Amaglio
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In campo non è successo nulla da un punto di vista sportivo, con Torino e Brescia che, nell'andata della finale play-off, hanno portato a casa un pareggio a reti (ed emozioni) bianche; un risultato che fa sicuramente più contente le Rondinelle ma che non chiude le porte della Serie A ai ragazzi di Colantuono. Ma i fuochi d'artificio sono arrivati dopo il triplice fischio dell'arbitro D'Amato. Dopo la decisione del Giudice Sportivo di squalificare il capitano (e bomber) granata Rolando Bianchi per bestemmie – in tal senso decisive le inquadrature di Sky che avrebbero colto inequivocabilmente le imprecazioni –, il day-after della partita è diventato rovente, con il presidente del Torino Urbano Cairo che ha addirittura parlato di minacce perpetrate dai giocatori del Brescia a Bianchi e Scaglia per tutta la durata del match. Conferenza stampa – “Sapete che non parlo ai media da alcuni mesi – ha attaccato Urbano Cairo –. Ora lo faccio perché l'atteggiamento dei calciatori del Brescia fin da subito, è stato fortissimamente intimidatorio. Mareco ad un nostro calciatore, prima dell'inizio della partita, ha detto che avrebbe picchiato Bianchi appena entrato in campo. Di questo abbiamo avvertito il quarto uomo Morganti. Infatti al 2' ed al 5' si è distinto con due colpi violenti sul nostro centravanti. Non è stata una minaccia buttata lì, ma l'ha messa in atto. Poi, dopo l'ammonizione, ha rallentato, ma ha ancora detto a Scaglia: “So dove abiti, ti brucio la casa”. E ancora, “L'atteggiamento del Brescia è stato violento in campo, ma anche a livello di società stanno operando per creare più problemi possibili ai nostri tifosi, non avendo ancora aperto la vendita dei biglietti per la finale di ritorno di domenica sera". Ricorso Bianchi – è sempre Cairo a parlare anche della squalifica del suo giocatore più rappresentativo. “Non ha pronunciato assolutamente nessuna bestemmia e lo proveremo anche con perizie. Ho fiducia nella Corte di Giustizia Federale e quindi credo che il nostro ricorso non verrà rigettato”.

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