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Gattuso. "Dopo i mondiali addio alla nazionale"

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Per lui anche il dubbio Milan. "Ora però penso all'Italia. In questo gruppo mi sento importante"

Roberto Amaglio
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Il ringhio molla l'azzurro. Dopo il capitano Fabio Cannavaro, anche un altro eroe di Berlino 2006 ha annunciato il suo addio alla maglia della nazionale. Il milanista Gennaro Gattuso, infatti, all'età di 32 anni, ha confermato sabato nella sua conferenza stampa che questa esperienza in Sudafrica sarà l'ultima in campo internazionale. "Indossare questa maglia qui – ha detto Gattuso mentre la indossava fieramente - è la cosa più bella che ci può essere. Ma a quasi 33 anni è giusto lasciare spazio ai giovani, soprattutto in virtù del ruolo che interpreto in campo. Quindi con questo Mondiale chiudo con l'Italia, anche se mi rimane un grande sogno: poterla un giorno allenare”. Anno difficile - Parole che sembrano quelle di un ex giocatore azzurro, sulla cui convocazione molti avevano sollevato dubbi. “E' stato un anno difficile, dove mi sono rovinato da solo la scorsa estate sottovalutando l'infortunio al ginocchio. Ho partecipato alla Confederation Cup con una gamba sola, poi spesso ho giocato con antinfiammatori, con dolore e ho sbagliato. Ora va meglio perché al mattino mi alzo e non sento più il ginocchio impastato, non ho più bisogno di prendere antidolorifici”. Qual è quindi il motivo della convocazione di Gattuso ai mondiali? “In Nazionale mi sento importante. No, non capitano non giocatore: di capitano c'è già Cannavaro. Io mi sento uno del gruppo. Se gioco lunedì? Non l'ho capito proprio ma sono qui a disposizione. A dare una mano al gruppo. Perché se abbiamo vinto in Germania era perché eravamo in 23 con una sola testa. Milan? Anche lì avrei bisogno di sentirmi importante. Ma per questo ci sarà tempo. Ora pensiamo al Paraguay”. Esordio mondiale - Lunedì, infatti, esordio mondiale con i sudamericani. Se non si sa ancora se giocherà Gattuso, chi mancherà sicuramente sarà Pirlo. “Non ho mai visto Andrea triste come in questi giorni. È vero che lui ha sempre quella faccia, ma vi assicuro che è giù anche se continua a fare i suoi soliti scherzi. Sta lottando con tutte le sue forze: lavora 7 ore al giorno con i terapisti per recuperare. E sono sicuro che ce la farà in tempo utile”. In tackle sui politici – “Ho preferito stare zitto su determinate cose perché mi dà fastidio sentirle. Noi giocatori non parliamo di politica. Invece ogni volta che c'è una manifestazione internazionale loro devono parlare di calcio. C'è voglia di strumentalizzarci e questo non mi va bene".

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