Fognini da applausi: perché quella con Alcaraz è l'impresa (quasi) perfetta

di Leonardo Iannaccimartedì 1 luglio 2025
Fognini da applausi: perché quella con Alcaraz è l'impresa (quasi) perfetta
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Non c’era modo migliore per congedarsi dal verde dell’All England Tennis and Croquet Club e per salutare Londra. Fabio Fognini, 38 anni, al suo congedo dallo Slam sull’erba, ha infiammato il Centre Court di Wimbledon con un’esibizione sublime, ricordando di essere stato numero 9 del mondo e, in tempi di magra, il progenitore della fantastica nidiata di azzurri che oggi spopola e il protagonista di alcune meravigliose incompiute. Ieri, in una Londra torrida, ha costretto al quinto set Carlitos Alcaraz giocando per 4 ore un tennis estasiante, con colpi al limite della perfezione e quasi commuovendo il pubblico. Il suo braccio d’oro ha seminato a lungo dubbi nella mente del numero 2 del mondo, gli ha tolto certezze insinuando che per vincere il suo terzo Wimbledon a fila il signor Alcaraz dovrà giocare meglio, molto meglio di ieri. Partita quasi drammatica, interrotta più volte e con spettatori in preda a malori per l’afa: lo spagnolo ha vinto 7-5 il primo set, ceduto il secondo al tie-break contro un Fognini che sembrava il McEnroe del nuovo millennio, rivinto il terzo (7-5), straperso il quarto dove il nervosismo del torello di Murcia ha reso felice la Fogna (6-2) e dominato la frazione finale contro l’italiano, indomito ma prosciugato nel fisico: 184 a 173 i colpi a favore di Carlitos ma ovazione per Fabio che ha messo a segno 53 vincenti e ora può davvero godersi con un sorriso la moglie-campionessa Flavia e i pargoli Federico, Farha e Flaminia.

«Non capisco perché sia il suo ultimo Wimbledon. Può giocare fino a 50 anni, ha un talento pazzesco», è stato il commento ammirato di Alcaraz che ieri ha servito e risposto malissimo. In serata, malinconico il ko di Matteo Berrettini, qui finalista nel 2021, contro il polacco Kamil Majchrzak, n. 108 Atp: 6-4, 2-6, 4-6, 7-5, 6-3 il verdetto. E Jannik Sinner? Il verde dell’All England Tennis and Croquet Club non gli sta ridando la serenità totale dopo l’annuncio del divorzio dalla coppia Panichi-Badio («Non voglio dare dettagli sul perché», ha ripetuto ieri). Questo nell’imminenza del derby contro Luca Nardi, numero 94 del ranking, fissata alle ore 14 sul campo 1, con diretta su Sky e streaming su NOW Tv.


La riprova? L’arrivo a Londra del dottor Riccardo Ceccarelli, 65 anni, medico dello sport esperto nella gestione della pressione e dello stress. Un mental coach di primo livello conosciuto da Jannik ai tempi in cui era un giovane adepto dell’accademia di Riccardo Piatti. Ceccarelli è molto famoso nell’ambiente dello sport e in quello della Formula 1 in particolare: in passato è stato il mental coach di Ayrton Senna, Michael Schumacher e Fernando Alonso. Toscano, ha fondato Formula Medicine, un centro dedicato alla preparazione degli atleti e il suo obiettivo, come ci spiegò una volta «è quello di ottimizzare le prestazioni nelle situazioni estreme». Lorenzo Musetti, invece, se la vedrà oggi alle 13.30 contro il bombardiere georgiano Nik Basilashvili. Il primo sorriso italiano era arrivato all’ora di pranzo da Mattia Bellucci che, con 21 ace, ha battuto Oliver Crawford 6-7, 6-3, 6-4, 6-4. Il secondo da un’ingolfata Jas Paolini che ha tremato contro la lettone Anastasija Sevastova, numero 402, domandola con fatica (2-6, 6-3, 6-2). La prima giornata londinese ha registrato tre ko clamorosi: quelli di Daniil Medvedev, fatto fuori dal francese Ben Bonzi (numero 64 Atp) per 7-6, 3-6, 7-6, 6-2, di Holger Rune eliminato in cinque set dal cileno Jarry, infine il ritiro di Stefanos Tsitsipas contro il francese Royer.
 

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