Dopo il successo di Jannik Sinner al China Open di Pechino, Simone Vagnozzi ha raccontato i retroscena del lavoro con il 24enne altoatesino, spiegando come anche in un numero 1 del mondo i margini di miglioramento siano enormi. "In campo, l’impegno e la serietà che metto con Jannik sono identici a quelli che ho riservato a ogni mio giocatore — le sue parole —. Poi, certo, più sali di livello e più sono i dettagli a fare la differenza. La bravura sta nel capirli”. Il coach marchigiano è entrato nello specifico di uno degli aspetti più discussi del gioco di Sinner: il servizio. "Anche negli Stati Uniti non era al massimo — ha detto l’ascolano —. Il movimento è cambiato un giorno prima di arrivare in Cina. I primi giorni a Pechino si è adattato e poi ha servito molto bene. Sono cose che si provano e si aggiustano di continuo".
Il punto, ribadisce Vagnozzi, è non cristallizzarsi: "Devi inserire qualcosa di nuovo, sennò diventi prevedibile — aggiunge —. E questo non significa trasformarsi in un giocatore da serve & volley, ma arricchire il bagaglio per avere più soluzioni. A quel livello se non cambi, resti fermo, e se resti fermo gli altri ti superano”. Emblematico l’episodio raccontato durante la finale con Tien: "Sul 2-2 gli ho chiesto se volesse arretrare in risposta — prosegue l’allenatore —. Mi ha detto ‘Fammi provare ancora un gioco avanti’. E ha brekkato. È il segno che Jannik sa ragionare, che vuole capire da solo cosa funziona". Non è un caso: "Era successo anche a Cincinnati con Mannarino. Gli avevo detto di arretrare, lui ha risposto: aspetta un attimo, voglio provare così. Poi ha fatto break".
Jannik Sinner, la statua in Cina? Un obbrobrio: eccola
Il Masters di Shanghai ha realizzato un omaggio speciale per Jannik Sinner. Nel giorno del media day del Masters 1000 ci...Gestire un campione al vertice non è lo stesso che accompagnarlo verso la vetta: "Quando cerchi di diventare numero 1 è diverso da quando lo sei già e devi fare qualcosa per rimanerlo — dice ancora Vagnozzi —. Alcuni cambiamenti possono sembrare rischiosi, perché si pensa di poter perdere qualcosina. Ma senza rischiare non cresci”. Un passo alla volta, senza ossessioni: "L’obiettivo non è vincere quattro Slam in un anno, ma migliorarsi costantemente. Ogni dettaglio può fare la differenza”.