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Jannik Sinner-Darren Cahill, il gesto (sfuggito) che spiega tutto

di Lorenzo Pastugliamercoledì 5 novembre 2025
Jannik Sinner-Darren Cahill, il gesto (sfuggito) che spiega tutto

2' di lettura

Non servono parole, basta un gesto. L’abbraccio tra Jannik Sinner e Darren Cahill a fine partita, dopo il successo su Ben Shelton nei quarti di finale di Parigi-Bercy, racconta più di qualsiasi dichiarazione. È il modo silenzioso con cui il fresco numero uno del mondo ha voluto chiudere un piccolo incidente di percorso, nato nel cuore di un match che pure stava dominando.

Nel secondo set, dopo aver perso un turno di battuta, Sinner aveva infatti alzato la voce verso il suo angolo. In tribuna c’erano Cahill, il preparatore atletico Umberto Ferrara e l’osteopata Andrea Cipolla. Mancava Simone Vagnozzi, fermo per turnover programmato. “Io faccio un break e voi ve ne state seduti”, aveva detto Jannik, esasperato da quella che gli era sembrata una mancanza di incitamento, aggiungendo un “fucking” che ha fatto il giro dei social. Ferrara aveva provato a reagire con un “alé, forza”, mentre Cahill era rimasto impassibile, il volto sereno di chi conosce bene il ragazzo e sa leggere oltre le parole.

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Poi, come sempre, è stato il campo a parlare. Sinner ha rimesso le cose a posto, vincendo 6-3 anche il secondo set e conquistando la semifinale contro Zverev, la rivincita della finale di Vienna. Alla fine, il gesto più bello: l’abbraccio spontaneo tra lui e Cahill. Lì dentro c’era tutto: il rispetto, la fiducia, la complicità costruita in anni di lavoro insieme. Nessuna spiegazione, solo un modo per dire “non è successo niente”. Un momento di verità che mostra quanto Sinner, dietro il suo controllo glaciale, sia capace di emozioni vere. E che, anche da numero uno, resti profondamente umano.