Nel corso dell’intervista concessa a Piers Morgan nel format ‘Piers Morgan Uncensored’, Novak Djokovic è tornato a parlare del caso che ha coinvolto Jannik Sinner e la sua sospensione di tre mesi per positività al Clostebol, decisione che aveva diviso il mondo del tennis. Il fuoriclasse serbo, oggi 38enne, non ha nascosto il proprio disappunto per come la vicenda è stata gestita dalle autorità sportive, parlando di una situazione “piena di campanelli d’allarme”: “Quando è successo sono rimasto sinceramente scioccato — le parole del serbo — Credo che non l’abbia fatto di proposito, ma il modo in cui è stato gestito l’intero caso è pieno di campanelli d’allarme”.
Nonostante le lodi a un ragazzo, Sinner, per il talento, l’impegno e la serietà, Djokovic ha sottolineato il principio di responsabilità che regola ogni atleta: “Non l’ha fatto apposta, ma ovviamente è responsabile. Queste sono le regole”. Il 24 volte campione Slam ha espresso forti perplessità sull’equità del provvedimento, lasciando intendere che la notorietà dell’altoatesino possa aver inciso sull’esito: “Se fosse stato il numero 500 al mondo, credo che sarebbe stato squalificato per anni”. Poi ha aggiunto: “La mancanza di trasparenza, l’incoerenza, la comodità di una squalifica tra gli Slam, è stato tutto molto, molto strano”.
Sinner "non si è più voltato": il dettaglio che spiega tutto
Felix Auger-Aliassime sapeva di entrare in campo contro uno dei giocatori più in forma del circuito, ma dopo il m...Pur non risparmiando critiche alla Wada, Djokovic ha mostrato umanità nei confronti del collega: “Non è stato facile per lui. Provo empatia, perché ha gestito la tempesta mediatica con grande maturità. E in mezzo a tutto questo continua a giocare un tennis straordinario, vincendo Slam”. Infine, una riflessione amara: “Credo che questa storia lo seguirà come una nuvola per il resto della carriera, proprio come la questione del Covid seguirà me — conclude — Col tempo svanirà, ma non sparirà mai del tutto”.




