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Doping, l'ultima frontiera: il verme che moltiplica l'ossigeno e non lascia tracce

martedì 23 dicembre 2025
Doping, l'ultima frontiera: il verme che moltiplica l'ossigeno e non lascia tracce

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Una nuova frontiera del doping sta preoccupando seriamente il mondo dell’antidoping internazionale. Come riportato su Il Corriere della Sera, al centro dell’attenzione c’è una sostanza sperimentale chiamata M101, testata in laboratori dell’Europa orientale e dell’Asia su piccoli mammiferi, in particolare criceti dorati ribattezzati simbolicamente “Lance A”. Il riferimento non è casuale ed è tutto relativo a Lance Armstrong: gli effetti osservati ricordano da vicino quelli del doping ematico più estremo, ma con caratteristiche ancora più difficili da individuare.

L’M101 è un derivato dell’emoglobina estratto da un verme marino, l’Arenicola marina, diffuso sulle coste della Bretagna. Questa emoglobina ha una capacità di trasporto dell’ossigeno enormemente superiore a quella umana e mantiene la propria efficacia anche in condizioni termiche estreme. Negli animali sottoposti alle iniezioni, la capacità di ossigenazione del sangue aumenta in modo impressionante, riducendo l’ipossia nei tessuti e migliorando in maniera drastica resistenza e potenza fisica. I risultati superano quelli ottenuti in passato con Epo o trasfusioni, senza però manifestare gli effetti collaterali tipici di quelle pratiche. Un aspetto particolarmente allarmante è l’assenza di segnali clinici negativi: niente ipertensione, trombosi o alterazioni dell’umore. Anzi, nei test è emerso persino un rafforzamento delle difese immunitarie. Questo rende la sostanza estremamente appetibile per un uso illecito in ambito sportivo.

Nato come progetto medico per sostituire le trasfusioni in contesti critici — come guerre, interventi chirurgici o trapianti — l’M101 è oggi considerato dalla Wada uno dei principali pericoli futuri. Il passaporto biologico, strumento cardine dell’antidoping, risulta inefficace perché i parametri classici del sangue restano invariati. Inoltre, la sostanza ha un’emivita molto breve, rendendo i controlli ancora più complessi e costosi. Per affrontare questa minaccia serviranno laboratori altamente specializzati e analisi rapidissime, come quelle previste in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina. La corsa tra chi sviluppa nuove forme di doping e chi cerca di fermarle è già iniziata, e questa volta il vantaggio sembra essere dalla parte dei “criceti Lance”.