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Grande Di Martino. Squillo azzurro alla Diamond League

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La saltatrice seconda nella finale di Bruxelles dietro alla Vlasic. Settimi, invece, Gibilisco nell'asta e la Cusma negli 800

Roberto Amaglio
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A vincere è stata la solita croata Blanka Vlasic, ma il più bel diamante della seconda e ultima finale della Diamond League di Bruxelles è stato il sorriso di Antonietta Di Martino, la saltatrice italiana che, fermandosi a 1.98 (2 cm in meno della plurititolata rivale), si è classificata al secondo posto nella prestigiosa kermesse di atletica. Un risultato importante per questa atleta nata a Cava de Tirreni che, nonostante un anno tremendo condizionato dalla mononucleosi e dai problemi alla caviglia, ha continuato fino a fine stagione a saltare con la sua tipica allegria contagiosa, raccogliendo venerdì sera pure un risultato importante che ripaga parzialmente l'amarezza per il mancato accesso alla finale dei recenti Europei di Barcellona. Insomma nell'umida e ultima serata della grande atletica, la Di Martino ci ha fatto provare l'emozione e la bellezza della migliore atletica: quella solare, quella appassionante, quella, soprattutto, di qualità. Oltre al secondo posto della saltatrice salentina, la serata belga ha visto in pedana per l'Italia anche Giuseppe Gibilisco, il quale però non ha mantenuto le promesse. Rompendo subito il ghiaccio scavalcando l'asticella posta a 5.55m, Gibilisco sembrava indirizzato verso una serata di gloria, dove si sarebbe giocato il podio. Tuttavia gli errori (2) sul 5.70 ha penalizzato di molto la sua prova, relegandolo al 7° posto finale nella gara vinta dal tedesco Mohr (5.85) davanti al favorito Lavillenie. A proposito di favoriti battuti, sorprende che Caster Semenya, la discussa mezzofondista sudafricana al centro di un caso di ermafrodismo, sia stata preceduta al traguardo dalla Savinova (1'59”49) e dalla Kipkosgei (1'58”82) in quei 800 che sembravano essere suoi. In questa gara ha partecipato anche Elisa Cusma, la minuta atleta di Bologna ha fatto del suo meglio, confermandosi sui suoi livelli (2'00”35) e chiudendo al settimo posto. Gli altri – Da segnalare che, orfani di Powell e Bolt, i 100 metri maschili hanno premiato l'americano Tyson Gay, il quale ha chiuso la sua prova in 9”79 con un grande finale di gara. Alle sue spalle Nesta Carter (Giamaica). Negli 800 maschili, invece, affermazione di David Rudisha in 1'43". Bocciata la Iaaf – Capiamo la necessità e la volontà di rendere più appetibile per le tv l'atletica e conquistarsi al contempo qualche prima serata in chiaro in più rispetto al passato. Tuttavia l'idea di sdoppiare la finale di uno dei pochi appuntamenti di spessore di questa nobile disciplina non ci è proprio piaciuta. I risultati non certo eccezionali dell'ultima serata di Bruxelles (molti verdetti della Diamond League erano già stati emessi) confermano che forse, nemmeno gli atleti, gradiscono molto questa nuova formula.

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