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Saman Abbas, la confessione del fratello in Tribunale: "È stata la mamma a consegnarla a mio zio"

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"E' stata mia madre ad affidare Saman a mio zio Danish Hasnain": il fratello più piccolo della 18enne pakistana scomparsa da Novellara, in Reggio Emilia, ha fatto questa confessione in Tribunale, dove è stato ascoltato venerdì scorso come testimone. Il ragazzo saprebbe anche dove si trova il corpo della sorella: "Posso indicarvi il punto esatto, vicino a una serra". 

 

 

 

Il fratello di Saman ha assistito ai momenti prima della morte della sorella "guardando tutto dalla cucina del piano terra". Ha visto coi suoi occhi la lite tra Saman e i genitori, Shabbar di 44 anni e Nazia di 48. Ha sentito che sono volati insulti e che il padre ha provato a tranquillizzare la ragazza: "Siediti, parliamo con calma". La 18enne, come riporta il Corriere della Sera, avrebbe convinto il padre a darle il passaporto. E' questo il motivo per cui sarebbe tornata a casa, lasciando il centro protetto a cui l’avevano affidata i servizi sociali dopo il suo rifiuto alle nozze combinate in Pakistan. Dopo aver preso il documento, Saman sarebbe uscita via di corsa e a quel punto la situazione sarebbe precipitata. E il padre avrebbe chiamato lo zio, colui che secondo gli inquirenti avrebbe ucciso materialmente la nipote, forse strangolandola. 

 

 

 

Al termine dell’incidente probatorio — chiesto dal gip per usare le parole del fratello di Saman come prova — il ragazzo, riportato al centro protetto, ha tentato la fuga. Come già avvenuto due settimane fa, però, è stato ritrovato dai carabinieri. Chi gli sta vicino ha rivelato che il sedicenne, sottoposto "per ora" al divieto d’espatrio, sta vivendo "notti agitatissime" e ha ribadito di volere tornare in Pakistan. "Deciderà il tutore affidatogli dalla Procura dei Minori di Bologna", ha detto la sua legale Valeria Miari. Intanto, però, c’è da chiarire chi abbia favorito la fuga degli Abbas nel loro Paese di origine.

 

 

 

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