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Afghanistan, Dario Fabbri: "I talebani moderati non esistono. Come useranno i profughi"

Dario Fabbri  

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Non sono certo diventati "illuminati filosofi" i talebani. Più semplicemente, spiega Dario Fabbri in una intervista a Il Giorno, "hanno bisogno di legittimità internazionale. Sono in una fase di transizione, è il momento di consolidare la presa sulle istituzioni e il territorio. Si sono mostrati più furbi del solito, consapevoli dell'investitura che hanno avuto da tutti: Usa, Turchia, Russia, Pakistan".

 

 

Insomma, secondo l'analista geopolitico, coordinatore scientifico di Limes, non ci si può fidare del nuovo esecutivo che promette diritti alle donne e stop alla droga: "Assolutamente no. Nel primo periodo non ospiteranno organizzazioni terroristiche, ma dire che lo faranno per sempre è impossibile. Sulle donne sono stati chiari: ben vengano, ma rispettando la sharia e dunque con un ruolo minoritario nei canali prestabiliti. Le vendette, invece, sono già cominciate: ma è inevitabile quando si prende potere con la forza. Diciamo che questa è la faccia migliore dei talebani, figuriamoci fra qualche mese cosa succederà", avverte Fabbri. 

 

 

Non solo. L'Afghanistan "sarà un Paese destinato all'oblio: strategicamente per l'Occidente ha poco valore e si parlerà solo dell'esodo dei profughi. I talebani consolideranno il potere facendo anche pressione su altri Paesi, ricattandoli se sarà necessario, aprendo i rubinetti dei profughi". In questo scenario l'Italia non avrà alcun ruolo nella nuova società afghana: "In un contesto come quello ci sono potenze più importanti. Noi eravamo sul campo solo per ricordare agli americani che esistiamo". 

 

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