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Hans Georg Maassen, "il nuovo uomo" della Merkel contro migranti e Ong: svolta radicale, sinistra in rivolta

Daniel Mosseri
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Contro di lui è scesa in campo anche Campact, una Ong di sinistra che si era fatta notare nel 2014 per aver raccolto centinaia di migliaia di firme contro il Ttip, l'accordo di libero scambio Ue-Usa poi finito nel dimenticatoio della diplomazia internazionale. Parliamo di Hans-Georg Maaßen, esponente della destra della Cdu, in corsa alle legislative del 26 settembre in Germania. Maaßen, già presidente dei servizi di intelligence interna (BfV) si è candidato in Turingia, piccolo Land orientale assurto in anni recenti all'onore delle cronache per essere una roccaforte di AfD, il partito sovranista tedesco. L'intreccio politico è curioso: Maaßen, dirigente del ministero federale degli Interni, poi promosso alla guida del BfV nel 2012, fu allontanato dai servizi nel 2018 dopo essere stato giudicato troppo timido nei confronti proprio di AfD, formazione accusata da più parti di connivenze con l'eversione neonazista.

 

 

 

 

Il governo Merkel mandò Maaßen in pensionamento anticipato a seguito di una manifestazione di piazza a Chemnitz (in Sassonia) nell'agosto del 2018: i media testimoniarono il verificarsi di alcune violenze xenofobe e il giorno dopo il capo del BfV mise in dubbio l'autenticità delle registrazioni. I partiti si sollevarono contro Maaßen invitandolo a fare luce sulle violenze e a fare meno polemiche sui media. Dopo il suo siluramento, i nuovi vertici del BfV metterano sotto inchiesta la corrente nazional-conservatrice di AfD chiamata der Flügel ("l'ala") e guidata dal controverso esponente di AfD, Björn Höcke. Storico a cui piace rispolverare la terminologia del Terzo Reich, Höcke è leader di AfD proprio nella Turingia dove si è candidato Maaßen. E il cerchio si chiude. Il 26 settembre Maasen cercherà un mandato diretto fra lo sconcerto di mezza Cdu che lo ritiene troppo di destra per rappresentare il partito della cancelliera uscente, e l'altra metà felice che a sfidare AfD sia sceso in campo un cristiano-democratico apertamente conservatore.

 

 

 

 

 

L'ex capo dei servizi è stato a lungo membro della Werte Union, un'associazione di esponenti della Cdu contrari alla linea centrista imposta al partito dalla Merkel. Se in 16 anni la cancelliera ha rubato moltissimi voti alla Spd, dal 2014 ne ha anche persi molti sul fianco destro. E Maaßen punta a recuperarli. Negli ultimi mesi l'ex capo del BfV ha fatto notizia per aver pubblicato un articolo in cui parla della pandemia come di una cospirazione organizzata da «globalisti mondiali, poche migliaia di famiglie che si avviano presto a possedere tutto». Un linguaggio in cui sono stati ravvisati stereotipi antisemiti. Giorni dopo un'imbarazzato Armin Laschet, presidente della Cdu e candidato cancelliere affermò: «Maaßen non è antisemita, se lo fosse dovrei espellerlo dal partito».

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