Cerca
Cerca
+

Luca Casarini, vergogna sul bimbo morto in mare: la frase-choc

Daniele Dell'Orco
  • a
  • a
  • a

C'era anche il corpicino di un neonato su uno dei barchini soccorsi ieri notte da Capitaneria di porto e Guardia di Finanza al largo di Lampedusa. Un bimbo di appena 20 giorni che non è sopravvissuto al freddo del viaggio al seguito della mamma ivoriana di 19 anni. Erano partiti insieme dalla Tunisia. Sua madre sperava che in Italia avrebbero potuto risolvere i disturbi respiratori del neonato, che invece non è riuscito a sopportare lo stress del viaggio. Con loro a bordo c'erano 36 persone, tra cui 9 donne e 2 minori. Solo pochi giorni fa a Porto Empedocle si era celebrato il funerale di due gemelline neonate di neanche un mese arrivate senza vita a Lampedusa il 30 ottobre scorso. Mentre l'altro ieri una ragazza era morta al Poliambulatorio di Lampedusa per probabile ipotermia. Anche lei si trovava su un natante soccorso da una motovedetta della Guardia di finanza.

Tragedie difficili da commentare, ma che tuttavia non scoraggiano i benpensanti di sinistra che si sono avventati sui cadaveri per attaccare il governo Meloni e il braccio di ferro con l'Europa e con la Francia che si sta consumando in questi giorni proprio perla gestione degli sbarchi.

 

 

SCUDI UMANI - Stefano Feltri, direttore del Domani, commentando la morte del piccolo ivoriano, ha twittato: «Tanto era solo un migrante economico, vero Giorgia Meloni?». Il collega del Foglio Claudio Cerasa sostiene invece che il ministro dell'Interno Piantedosi si voglia impegnare per dimostrare di poter fare peggio di Salvini al Ministero dell'Interno. Angelo Bonelli (Verdi), ha detto: «Questo governo e i suoi rappresentanti devono vergognarsi di aver giocato la loro propaganda sulla pelle dei migranti, fino a spingersi ad affermare che questi non sarebbero naufraghi ma migranti, come se fossero una categoria inferiore. Quando ci si trova di fronte a chi fugge da violenze, stupri e indicibili torture che si perpetrano nel lager libici, non bisognerebbe pensare neanche per un istante alla speculazione politica. Solo a salvare vite umane».

Di tono simile il tweet dell'ex deputato di Forza Italia Elio Vito: «Una donna, una di quelle che secondo Salvini fa comodi viaggi turistici da migliaia di euro, una di quelle che secondo Meloni mette in pericolo i nostri confini, è morta per ipotermia dopo lo sbarco a Lampedusa. Si vergognassero, il signor presidente ed il signor ministro». Ancora più duro Luca Casarini, tornato in pista come capomissione di Mediterranea Saving Humans, sostenuta dai vip di sinistra caviale e champagne, che si più volte scagliato contro Matteo Salvini e la stessa Meloni accusando il governo di usare le persone come «scudi umani»: «Ieri una donna, oggi un bambino. Sono profughi, migranti "economici", naufraghi? Sono esseri umani, prima di tutto. Non ci fermeremo. Non ci fermerete».

 

 

 

Tono analogo quello utilizzato da Alessandro Zan che parla di «autolesionismo utilizzando i corpi di altri esseri umani». Davvero assurdo che pur di attaccare il governo si possa pensare di utilizzare dei drammi umani di cui è totalmente incolpevole. I barchini sono stati soccorsi, com' è giusto che sia, dall'Italia, e non hanno nulla a che vedere con le polemiche circa le azioni delle Ong e il piano di redistribuzione dei migranti dell'Unione europea.

I NUMERI - Il Mediterraneo, come spesso piace ricordare alla sinistra ma solo quando fa comodo, è una gigantesca fossa comune, che si è riempita di 20mila cadaveri dal 2013 ad oggi, quando al governo si sono intervallati premier tecnici o targati Pd con l'unica eccezione dei 14 mesi in cui al ministero dell'Interno c'è stato Matteo Salvini (e le morti in mare erano diminuite). Solo sotto la (non) gestione del ministro Lamorgese, nel Mediterraneo centrale sono morti circa 3mila migranti, e a fine settembre 2022, quando si è andati al voto, le vittime erano già 1.176, ossia l'84% dei morti dell'intero Mediterraneo (1.400), tanti quanti nell'intero anno 2021. La sinistra buonista, che usai cadaveri come «scudo politico».

Dai blog