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Ong, il governo italiano vince in Europa? "Possibili azioni"

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Stretta sulle Ong da parte del Consiglio europeo che "condanna i tentativi di strumentalizzare i migranti a fini politici" e "invita la Commissione e il Consiglio a portare avanti i lavori sugli strumenti pertinenti, comprese eventuali misure contro gli operatori dei trasporti che praticano o facilitano la tratta di persone o il traffico di migranti". È quanto si legge nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio, sul tavolo del Consiglio Ue Affari generali in corso, di cui Policy Europe ha preso visione. "Attraverso una stretta cooperazione con Europol, Frontex ed Eurojust, nonché con partner chiave, la lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti sarà ulteriormente rafforzata"
 

Non solo i leader dei Paesi europei chiedono anche restrizioni sui visti senza rimpatri. "Il Consiglio europeo invita la Commissione ad avvalersi pienamente del meccanismo dell'articolo 25 bis del codice dei visti, compresa la possibilità di introdurre misure restrittive in materia di visti in relazione a paesi terzi che non cooperano in materia di rimpatri", c'è scritto ancora nella bozza. Che "ricorda l'importanza di una politica dell'Ue unificata, globale ed efficace in materia di rimpatrio e riammissione nonché di un approccio integrato al reinserimento. È necessaria un'azione rapida per garantire rimpatri effettivi, dall'Unione europea e dai paesi terzi lungo le rotte, verso i paesi di origine, utilizzando come leva tutte le pertinenti politiche, strumenti e strumenti dell'Ue, tra cui la diplomazia, lo sviluppo, il commercio e i visti, nonché migrazione legale e investimenti".


Indicazioni queste che vanno proprio nella direzione disegnata dal governo Meloni in materia di immigrazione. "L’Europa sta finalmente affrontando il problema dei flussi migratori secondo uno schema che vede l’immigrazione come un problema comune. Questo approccio segna un’inversione di rotta sula questione migrazione. La difesa dei confini e la cooperazione con gli Stati di provenienza, capisaldi delle politiche migratorie del Governo Meloni", commenta Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia, "stanno diventando patrimonio comune e condiviso con gli Stati membri. L’Italia non è più ancella, ma protagonista nella scrittura di una nuova idea d’Europa sul tema, che aiuterà a far cessare le morti in mare e spezzerà l’abominevole traffico degli uomini da parte degli scafisti", 

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