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Geo Barents, Fratoianni perde la testa: dà del nazista a Piantedosi

Alessandro Gonzato
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Sbarcati sabato scorso a La Spezia, rifocillati, accolti nelle strutture limitrofe e ora in parte smistati in altri centri d’accoglienza tra Alessandria, Livorno e Foggia. Sono 74 i minori non accompagnati scesi il 28 gennaio dalla Geo Barents, la nave della Ong Medici Senza Frontiere che dopo aver caricato a bordo i migranti in tre interventi differenti al largo della Libia e della Tunisia è subito ripartita per le coste nordafricane.

 

 

 


Breve parentesi: le prime indagini sull’imbarcazione non hanno portato a sanzioni (i salvataggi multipli sono vietati dal decreto Piantedosi e la nave deve subito dirigersi verso il porto assegnato), ma il rischio della multa da 10 a 50mila euro resta, ci sono 90 giorni di tempo per appurare i fatti. «Sono state solo acquisite testimonianze e la documentazione», ha spiegato il Viminale. I migranti, in tutto, erano 237. Il ministero dell’Interno non si era opposto all’approdo in Italia della nave e aveva indicato il porto di La Spezia, decisione contestata dalla Ong perché ritenuto troppo distante, e ne erano seguiti numerosi comunicati e tweet di protesta. Dei 74 minori arrivati soli, 23 resteranno a La Spezia, mentre gli altri 51- da qui i nuovi attacchi della sinistra, ci arriviamo - in queste ore sono stati accompagnati in pullman ad Alessandria, altri a Livorno e altri ancora a Foggia.

 

 

 

L’ATTACCO

Ecco Repubblica, che tuona: «Dopo quasi 4 giorni in viaggio in mare sulla Geo Barents per raggiungere il lontanissimo porto di La Spezia assegnato dal Viminale, suona come un’ulteriore beffa la destinazione finale dei minori migranti approdati sulla nave di Medici Senza Frontiere. A dimostrazione del fatto»- bordata- «che la strategia dei porti del centro-Nord Italia assegnati alle Ong è solo un modo per rendere difficile la vita alle navi umanitarie e nulla ha a che fare con la dichiarata volontà di Piantedosi di alleggerire le strutture d’accoglienza del Sud». Insomma: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e con lui il governo tutto, si prenderebbe gioco dei giovani stranieri. La spiegazione del trasferimento, invece riferiscono fonti dell’esecutivo - è semplicemente tecnica: per dare una sistemazione migliore al gruppetto di ragazzi, verificata l’impossibilità di farlo altrove si è deciso di spostarli a Foggia.

 

 

 


Interviene Nicola Fratoianni, il segretario di Sinistra Italiana, che carica a testa bassa (e la testa la perde): «Evidentemente per qualcuno al Viminale i migranti non sono essere umani da salvare, ma pacchi residuali da smistare», e l’accusa a Piantedosi è diretta. Fratoianni aggiunge: «La banalità del male edizione 2023». La banalità del male, saggio di Hannah Arendt sui crimini nazisti, un attacco violentissimo che provoca la reazione sdegnata del centrodestra.

 

 

 

Tommaso Foti, capodelegazione di Fratelli d’Italia alla Camera, replica che «le affermazioni di Fratoianni sono degne di una politica spazzatura e offensive nei confronti di chi è impegnato in prima linea per la tutela e la difesa dell’ordine pubblico e dei confini. È evidente», aggiunge Foti, «che è un tentativo per far dimenticare il caso Soumahoro». Risponde anche Stefano Candiani, deputato leghista: «Invece di banalizzare e polemizzare a vuoto contro il Viminale alludendo, oltretutto, a un ignobile paragone col nazismo, Fratoianni, per parlare di migranti maltrattati può sicuramente chiedere informazioni al suo candidato Soumahoro», sempre lui, il deputato con gli stivali. È tranciante, il presidente della Commissione Giustizia alla Camera, Ciro Maschio: «Sui migranti Fratoianni e la sinistra hanno perso credibilità, accecati dall’ideologia». Luca Casarini, leader dei centro sociali e capomissione della Ong Mediterranea Saving Humans (la nave Mare Jonio sta ultimando la manutenzione a Trapani) parla di «bullismo istituzionale» di Piantedosi e preannuncia il ritorno in mare. Intanto i minori della Geo Barents non accompagnati sono stati risistemati. 

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