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Sallusti, "ecco per chi l'immigrazione non è una emergenza"

Alessandro Sallusti
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Oibò, adesso la sinistra sostiene che l’immigrazione non è una emergenza e che quindi il governo non ha alcun diritto di proclamarla tale. Come tutte le cose dipende dai punti di vista. Nei palazzi romani in effetti non lo è, lì al massimo c’è l’imbarazzo di aver arruolato un immigrato, l’onorevole Aboubakar Soumahoro, che se fosse rimasto nel suo Paese, la Costa d’Avorio, avrebbe fatto certamente miglior servizio alla causa. L’immigrazione poi non è una emergenza per chi appartiene a una certa classe sociale che vive blindata nel suo habitat al quale agli immigrati non è permesso neppure avvicinarsi, altrimenti questi chiamano la polizia. Ma fuori dai circolini mondani e televisivi, be’ la cosa cambia.

 

 

 

È una emergenza che migliaia di persone muoiano in mare tentando una traversata che sa di roulette russa. È una emergenza civile che quelli che ce la fanno vengano abbandonati in condizioni disumane. È emergenziale che questa massa di persone quando non finisce a ingrossare le fila della criminalità si riversi senza regole nel mondo del lavoro alterandone diritti e livelli economici. E ancora, è un’emergenza sociale ciò che accade nelle periferie delle nostre città spesso ridotte a terreno di scontro tra diseredati nativi e importati.

 

 

 

Ma soprattutto è una emergenza politica che la sinistra in oltre dieci anni di governo pressoché continuativi sia in Italia che in Europa non abbia fatto nulla, trasformando un problema per l’appunto in una emergenza. E adesso dicono che tutto ciò è una invenzione delle destre razziste, che basta lasciare correre e le cose andranno magicamente a posto da sole, che tanto se una barca si capotta in un mare a forza 8 la colpa è del ministro degli Interni, se qualcuno di questi delinque idem perché ha fallito l’accoglienza, se il caporalato dilaga ci sarà sempre un ministro un po’ fascista che non ha vigilato.

 

 

 

Eh no, adesso basta. È da razzisti lasciare le cose come stanno, lo stato di emergenza è il minimo che un governo responsabile e solidale possa inventarsi per provare non dico a risolvere il problema, ma almeno a mettere qualche pezza dove possibile, cosa che del resto stanno facendo tutti i Paesi civili e democratici d’Europa e non soltanto. 

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