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Ong, velieri contro Piantedosi: come provano ad aggirare i divieti

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Le Ong starebbero mettendo in atto una strategia per aggirare il decreto Piantedosi. In cosa consiste? Nello schieramento di piccole barche a vela nel Mediterraneo. Barche che soccorrono velocemente e fanno sbarcare poi a Lampedusa o che, in caso di necessità, distribuiscono anche solo il salvagente e attendono l'arrivo delle motovedette italiane (esponendo a rischi enormi i migranti). Tra le loro attività, come spiega Repubblica, anche la semplice segnalazione di nuovi barchini in difficoltà o il salvataggio di poche decine di persone per volta. 

 

 

 

All'origine di questa strategia ci sarebbe il fatto che ogni soccorso porta a bordo in genere qualche decina di persone, visto che il decreto Piantedosi vieta i salvataggi multipli. I piccoli velieri messi in mare dalle Ong sarebbero attrezzati per ospitare poche decine di migranti. E il vantaggio per loro è che - considerata la tipologia di barca - il Viminale non può assegnare porti troppo lontani. Nei giorni scorsi, infatti, sia la Astral di Open Arms sia la Nadir di ResQ sono state fatte approdare più volte a Lampedusa. Sull'isola hanno potuto sbarcare poche decine di migranti. Poi le barche sono ripartite subito verso il Mediterraneo centrale.

 

 

 

Questo escamotage consente non solo di aggirare il decreto Piantedosi, ma anche di non lasciare sguarnito a lungo il Mediterraneo. Pare inoltre che nelle ultime ore le piccole barche a vela umanitarie abbiano distribuito salvagenti a migranti su piccoli barchini, individuati dagli aerei di soccorso. Poi sarebbero rimaste accanto a loro in attesa delle motovedette della Guardia costiera.

 

 

 

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