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Como, l'immigrato clandestino da 26 anni? Condannato e subito sparito

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Arrestato per furto aggravato, arrestato, processato con rito direttissimo. Condannato e già sparito. Così funziona in Italia: la storia, esemplare, è quella di Mohamed Dowida, nato in Marocco nel 1987, senza fissa dimora e irregolare in Italia da 26 anni, da quando è sbarcato come minore non accompagnato. 

Domenica scorsa è stato fermato alle 18 a Como, dopo aver rubato in un supermercato un regolabarba, due rasoi, una confenzione di brioches e un succo di frutto. Valore totale della refurtiva? "Solo" 66 euro: quasi un peccato veniale, alla luce di tanti altri colpi. Ma quel che ha sconcertato gli inquirenti è la scoperta fatta successivamente, durante l'interrogatorio in questura. 

 

 

 

L'uomo ha ammesso infatti di essere clandestino da 26 anni, come detto, e il suo fascicolo comprendeva 90 pagine di precedenti penali. Un ricchissimo casellario giudiziario raccolto in mezza Italia, da Trento a Milano e Bolzano, come ricorda anche il Corriere della Sera. Quasi sempre fermato per furti da una manciata di euro, generi alimentari e oggetti di uso quotidiano. Di fatto, il suo modus vivendi era raccattare qualcosa nei negozi per sfamarsi, pulirsi e vestirsi durante il giorno, in giro per le città, per poi la sera dormire dove capitava. Sul suo conto però pesano anche accuse di spaccio e di violazione delle norme sull'immigrazione. 

 

 

 

Nonostante la sua clandestinità più volte accertata, non c'è stato modo di allontanarlo dall'Italia. Il giudice di Como lo ha condannato a 4 mesi, con divieto di dimora nel Comune. "L'atto restrittivo - si legge nell'atto del magistrato che ha richiesto l'arresto del marocchino - trova giustificazione nell'accentuata pericolosità sociale dell'imputato, pluripregiudicato per reati specifici nonché in possesso di svariati alias". La condanna è blanda, considerato il "danno patrimoniale di particolare tenuità", e sono state avviate le procedure per un possibile provvedimento di espulsione. Nel frattempo, però, non essendoci gli estremi per la custodia cautelare in carcere, Dowida lasciato il tribunale ha fatto perdere le sue tracce. Copione già visto, destinato a ripetersi chissà quante volte ancora.

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