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Sharon e Sangare, "il dovere di reagire". Lega all'attacco: norme più severe

Daniele Dell'Orco
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Oltre alle reazioni puramente dialettiche, alla luce della svolta nel caso dell’omicidio di Sharon Verzeni, non è difficile immagina che al rientro dalle ferie agostane la Lega tornerà a scontrarsi con l’opposizione anche in Parlamento. 

«Oggi piangiamo l’ennesima sorella italiana ammazzata con brutale violenza. Per lei nessuno scenderà in piazza per “fare rumore”», scrive il deputato della Lega Rossano Sasso, che ricorda poi gli altri efferati casi di cronaca nera che hanno avuto per protagonisti degli stranieri: «Dopo Pamela, dopo Desirée, dopo le numerose vittime donne italiane stuprate, uccise, fatte a pezzi per mano di immigrati è giunto il momento di smetterla di girare la testa dall’altra parte. Come forza di Governo abbiamo il dovere di reagire».

 

 

 

Oltre alla battaglia sulle modifiche alla legge sulla cittadinanza, dal 10 settembre alla Camera si discuterà proprio il ddl sicurezza, con ben tredici tra nuove fattispecie di reato e aggravanti (dal carcere per le detenute madri allo stop alla cannabis light, dalla cosiddetta norma “anti -Gandhi” fino al reato ribattezzato “anti-Tav”, dal reato di rivolta nelle carceri e nei centri di accoglienza fino alle occupazioni). Questo brutto fatto di cronaca non potrà non irrompere nelle discussioni.

 

 

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