Madrid, 10 nov. (askanews) - La Spagna cerca di fare i conti con il suo passato, tra voglia di pacificazione sociale, condanna della dittatura e nuove spinte violente. A quasi 50 anni dalla fine del franchismo, le famiglie sono ancora alla ricerca dei propri cari uccisi durante la Guerra Civile che insanguinò il paese dal 1936 al 1939. Decine di migliaia di vittime rimangono sepolte in fosse comuni sparse in tutto il paese. Jes s Ezquerra Acin, ucciso il 19 ottobre 1936, è una di queste. Sua figlia, Maria Jesus, 89 anni, spera che l'apertura di una tomba a Ejea de los Caballeros, nella regione settentrionale dell'Aragona, le permetta finalmente di seppellire suo padre con dignità.
"Non chiedo altro che che mia madre e mio padre si riuniscano nel cimitero", dice.
I lavori di esumazione sono appena iniziati a Ejea e Maria Jesus è una delle poche figlie sopravvissute delle vittime, il che aumenta le possibilità di identificare il padre tramite il test del DNA. I dispersi del conflitto sono circa 114.000, secondo i dati del Governo Sanchez, sono sepolti in oltre 3.300 fosse comuni, dare un nome e una sepoltura degna non è facile.
E contemporaneamente a pochi giorni dal 50esimo anniversario della morte di Franco, il 20 novembre 1975, nel paese si moltiplicano le manifestazioni in onore del "Caudillo". A Madrid nel weekend centinaia di persone sono scese in piazza per una manifestazione che è stata organizzata dal N cleo Nacional, un gruppo di estrema destra, con lo slogan come: "Sangue, Terra, Tradizione". I manifestanti hanno esposto simboli nazisti e portato uno striscione con la scritta: "Le vite dei bianchi contano".



