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Castro riappare per andare a votare

Erano le 5 del pomeriggio quando Fidel Castro, curvo e appoggiato a un bastone, la barba bianca a incorniciargli il volto sorridente ma scavato, è spuntato davanti al seggio, salutando gli altri elettori e i bambini che li accompagnavano. La gente gli si è stretta intorno, e lui ha chiacchierato per più di un'ora con i giornalisti.  L'ex presidente cubano, 86 anni, non si era più visto in giro dal 21 ottobre scorso, quando accompagnò in albergo il ministro degli Esteri venezuelano, Elias Jaua. Erano però due anni abbondanti che non si tratteneva tanto a lungo in pubblico. Castro, che indossava un giubbotto azzurro sopra una camicia a quadri a sfondo blu, ha discusso delle riforme economiche avviate dal fratello minore e successore, l'ottantunenne Raul. Quindi ha definito "un passo avanti che si deve agli sforzi di tante persone, tra cui Hugo Chavez" la Presidenza di turno della Celac, la Comunità degli Stati Latino-Americani e Caraibici, assunta la settimana scorsa dalla sua isola.  "Sono convinto", ha proseguito, "che quello cubano sia un popolo autenticamente rivoluzionario, che ha davvero saputo sacrificarsi. Non sono io a doverlo dimostrare, lo ha già dimostrato la storia, e lo dimostrerà ancora. Cinquant'anni di embargo", ha sottolineato, alludendo al blocco economico imposto dagli Stati Uniti nell'ottobre 1960, "non sono stati in grado di piegarci né lo saranno mai. Il nostro popolo non si è mai arreso", ha rivendicato, prima di allontanarsi per fare ritorno alla propria residenza. 

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