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Strage in Kenya, le immagini dell'orrore del campus di Garissa

L'ultimo bilancio ufficiale è di 147 morti e 79 feriti ma mancano all'appello ancora almeno 150 tra studenti e professori. Degli 815 presenti al momento del raid solo 500 sono stati ritrovati. Gli aggressori, 4 sono stati uccisi, e le autorità di Nairobi sostengono che l'assedio è finito nonostante gli Shebaab affermino di aver ancora giovani in ostaggio. Teatro del massacro Garissa, nel Kenya nord-orientale, a 150 km dal confine con la Somalia. Alcune delle vittime, hanno raccontato i sopravvissuti, sono stati decapitati stile Isis dai qaedisti Shebaab. La polizia ha identificato la mente dell'azione in Mohamed Kuno, ex profesore dell'universita di Garissa, e su di lui penda una taglia di 5 milioni di scellini (50.000 euro). L'attacco è cominciato all'alba. I jihadisti hanno preso d'assalto il campus intorno alle 04,30 ora italiana: hanno sparato alle due guardie al cancello di ingresso e poi, una volta entrati, hanno aperto il fuoco a caso, prima di asserragliarsi in uno dei dormitori degli studenti. Legati ad al Qaeda e sostenitori di una variante della sharia molto intransigente, gli islamisti somali hanno moltiplicato gli attentati sul territorio kenyano negli ultimi anni, attaccando chiese, località turistiche, scuole, causando 200 morti solo nel 2014. Gli attacchi si sono intensificati dopo l'offensiva militare lanciata da Nairobi in terrirorio somalo nell'ottobre 2011, mirata proprio contro gli Shebaab. Le zone più colpite sono quella attorno alla lunga e porosa frontiera con la Somalia, 700km, le aree di Mandera, Wajir ed anche Garissa. L'attacco più spettacolare nel settembre 2013, quando gli Shebaab misero a ferro e fuoco uno shopping center Westgate nel cuore di Nairobi, uccidendo 67 persone.

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