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La Finocchiaro a Porta a Porta insulta le bidelle

Puntata di "Porta a Porta" dello scorso 22 gennaio su Rai 1. nel salotto di bruno Vespa si fronteggiano Anna Finocchiaro, parlamentare del Partito democratico, e Mariastella Gelmini del Pdl. Le due parlano di "quote rosa", ovvero del ruolo e del peso delle donne in politica. La Gelmini attacca dicendo come spesso le donne vengano messe in politica come belle statuine "in posizioni in cui possono contare poco o nulla" e sottolineando, invece, come nel governo Berlusconi lei fosse alla guida del dicastero della Pubblica istruzione, poi ci fosse la Prestigiacomo all'Ambiente.  Replica della Finocchiaro: "Sì, ma qui stiamo parlando di deputate della Repubblica del Pd, mica di bidelle", prima di aggiungere "con tutto il rispetto" (per le bidelle). Troppo tardi: quel "mica di bidelle" la dice tutta sullo snobismo e la puzza sotto il naso della sinistra per certe categorie sociali e lavorative  che, non a caso, da alcuni anni non votano più compattamente per la sinistra. Lontani i tempi del Pci degli operai, dei "lavoratori" (compresi bidelli e bidelle). Oggi gli eredi di Berlinguer dicono "mica di bidelle", cioè "mica di merdacce", per usare un termine tanto caro ai megadirettori galattici dell'epopea fantozziana. O, volendo usare parole più delicate: "mica di inferiori". Gli stessi "inferiori" con cui la Finocchiaro è stata pescata all'Ikea, mentre faceva compere tra scaffali di lampade e padelle: i poliziotti della sua scorta (da noi pagata) che le facevano da colf: quello che ispezionava un tegame, l'altro che portava una borsa, l'altro ancora che spingeva il carrello. E lei in mezzo, come la regina dell'Ikea.

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