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Carne equina, l'altra faccia dello scandalo

Riconoscere cavallo, asino, mulo e bardotto come animali da compagnia, vietarne la macellazione, l'importazione e l'esportazione a fini alimentari, vietare la vendita e il consumo della carne equina, vietare l'utilizzazione degli equidi in spettacoli o manifestazioni pericolose o degradanti, assicurare la tracciabilità dei cavalli attraverso interventi sull'anagrafe equina. E' il contenuto della proposta di legge che l'onorevole Michela Vittoria Brambilla, in rappresentanza della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e  Ambiente, depositerà a sua firma all'insediamento del parlamento e che ha illustrato oggi, lunedì 4 marzo, a Milano insieme con Antonio Nardi-Dei, presidente di Italian Horse Protection, prendendo spunto dallo scandalo delle “lasagne al cavallo” che interessa numerosi Paesi europei. Nel corso della conferenza stampa in cui è stata presentata la proposta di legge, è stato prioettato anche il video-choc che vi proponiamo, "Carne equina: l'altra faccia dello scandalo". Il video è stato realizzato dalla Federazione, e si tratta di immagini dure che rappresentano quella che viene definita una "tragica realtà senza bisogno di parole". In attesa di una soluzione definitiva del problema, la Federazione ha intanto chiesto ai ministri della Salute e delle Politiche agricole di sospendere cautelativamente le importazioni di cavalli vivi e di carne di cavallo, quantomeno dai Paesi che non danno sufficienti garanzie per la salute dei consumatori. Allo stato attuale, infatti, non solo non c'è obbligo normativo di indicare la provenienza della carne di cavallo commercializzata nel nostro Paese (come ad esempio è invece per la carne bovina per la quale viene tracciata l'intera filiera), ma vi è il ragionevole sospetto che all'estero o anche in Italia, dato la confusione regnante nella nostra anagrafe equina, finiscano nella catena alimentare animali trattati con sostanze pericolose per la salute umana. “Nei confronti del cavallo, l'uomo mostra spesso il peggio di sé, tradendo il suo patto plurimillenario con un vero amico – ha spiegato la Brambilla -. Da sempre accanto al lui, per offrirgli la collaborazione in battaglia, nei lavori agricoli, come mezzo di trasporto e come amico fedele, questo meraviglioso animale continua ad essere sfruttato in mille modi: nei circhi, sulle piste delle ippodromi ufficiali, magari obbligato a rigide ed innaturali discipline agonistiche; nelle corse clandestine; sui sampietrini romani (e non solo) a trascinare carrozzelle sotto la pioggia o con il caldo torrido; lanciato a folle velocità sui tracciati medievali dei palii. Nella maggior parte dei casi, con il macello come ultima stazione, magari dopo avere affrontato interminabili viaggi dall'est in condizioni degradanti".

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