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Cav a Belpietro: "Governo col Pdl o voto subito"

Ultimo appello di Silvio Berlusconi. Lo lancia a La Telefonata, nell'intervista con il direttore di Libero, Maurizio Belpietro: "Il Pd cambi linea a 180 gradi e si renda disponibile a un governo con il Pdl, e contemporaneamente dichiari di volere un moderato al Colle. Oppure si torni al voto al più presto". Così il Cavaliere, che poi aggiunge: "Bersani è una persona ragionevole. Prenda atto che non ha i numeri e quindi come sempre si è fatto in questi casi si faccia un governo nell'interesse del Paese, con le altre forze responsabili. Con noi, con la Lega e con le forze di centro come è giusto e doveroso che sia". Il leader del Pdl ha sottolineato che non solo il Pd devge aprire al Pdl, ma è anche necessario che si tratti sul Quirinale: "Le elezioni hanno dato come risultato due forze alla pari. Noi chiediamo che ci sia un governo con l'inclusione del Pdl e anche un presidente della Repubblica moderato". "Fermeremo il Parlamento" - Berlusconi, nel caso in cui il Pd non volesse cedere un centimetro sul Quirinale, minaccia dure rappresaglie: "La sinistra ha occupato tutte le cariche, e se farà lo stesso per il Quirinale, noi con i nostri senatori bloccheremo il Senato e quindi il Parlamento e porteremo la protesta in piazza perché questo sarebbe un golpe in Italia". E ancora: "Il Pdl non permetterà in alcun modo che si possa verificare ciò che il Pd sembra avere in mente, cioè un governo che escluda più di un terzo degli italiani e che voglia mettere le mani anche sul presidente della Repubblica. Noi chiediamo un presidente della Repubblica di estrazione moderata, che deve essere uomo di garanzia per tutti". "Grillini comperati" - Poi un commento anche sulla tattica suicida del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che insegue Beppe Grillo e i grillini. "Bersani - ribadisce Berlusconi - non ha possibilità di mettere su un governo con i grillini comperati rispetto al programma che vuole Grillo perché noi non lo accetteremo e lo impediremo. Il Pd - continua il Cav - non può pensare di mettere da parte un terzo degli italiani senza farli contare al governo e senza che ci sia la possibilità di un accordo per un uomo di garanzia per tutti alla presidenza della Repubblica".

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