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Petro? Il discorso all'Onu manipolato dalla tv colombiana: gli applausi sono finti

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Succede che il Presidente colombiano Petro assiste all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, occasione annuale di tribuna mondiale e di riflettori facili che i capi di Stato e di governo non perdono. Succede che Petro pronuncia il suo discorso (in cui, tra l’altro, afferma che “la coca fa meno danni del petrolio”), e succede anche che la reazione della platea di diplomatici e omologhi non sia delle più fragorose. Cosa tutto sommato non drammatica e abbastanza logica, se si considera che il presidente colombiano ha pronunciato il suo discorso subito dopo quello di Biden, e che quando prende la parola Petro, la presenza di diplomatici nella grande sala dell’Assemblea Generale si era un po’ sfoltita.

Ma la presidenza della Repubblica non ci sta, e si inventa – secondo la documentata operazione di fact checking del portale colombiano “La Silla Vacia” – una trovata che, purtroppo, non ha nulla da invidiare agli artifici delle macchine di propaganda di certi regimi politici non esattamente democratici. Succede infatti che il discorso di Petro viene poi trasmesso nelle TV nazionali colombiane: venendo bollato come “alocución presidencial”, può infatti scavalcare la programmazione delle emittenti televisive e imporsi nei rispettivi palinsesti. Ebbene, il discorso viene trasmesso integralmente, ma dopo il saluto e il ringraziamento finale di Petro dal podio della UNGA, i telespettatori colombiani assistono alle immagini di un fragoroso, corale, generale applauso da parte dei membri dell’Assemblea.

Peccato che, come ha ricostruito facilmente La Silla Vacia – rilanciata anche da Bloomberg, che ha fatto rimbalzare la notizia a livello internazionale -, quegli applausi trasmessi sulle TV colombiane (ma presenti anche nella versione youtube del video, pubblicato dal canale personale del presidente colombiano) erano quelli successivi al discorso del presidente degli Stati Uniti, tagliati e copiati appositamente in coda alla prolusione di Gustavo Petro per evitare di trasmettere invece la ben più fredda e ordinaria reazione che la UNGA aveva in realtà riservato alla conclusione del suo intervento.

Un’operazione di propaganda e di manipolazione tanto poco raffinata quanto imbarazzante per i servizi di comunicazione della Presidenza della Colombia che hanno imbastito il tutto, senza rendersi conto, peraltro, della estrema facilità con cui sarebbe stato rivelato il trucco. Se questa è la musica, la strada per il diritto alla conoscenza si allunga; per ora, basterebbe almeno il diritto a non subire disinformatija.

di Andrea Merlo
TgN

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