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Giulia Cecchettin, il corteo a Milano: insulti a Libero

Una manifestazione per Giulia Cecchettin, contro la violenza sulle donne e con insulti a Libero permessi, eccome. Un corteo composto da alcune centinaia di persone, soprattutto giovani e in gran numero donne, ha manifestato nel pomeriggio sulle strade del centro di Milano per protestare contro la violenza sulle donne.

In testa uno striscione che riportava la frase "Se domani sono io, se domani non torno, sorelle distruggete tutto! Per Giulia e tutte le sorelle uccise". Giunta di fronte al Tribunale di Milano, in corso di Porta Vittoria, la manifestazione, con gran parte dei partecipanti che urlavano "non una di meno", ha visto alcune attiviste accendere dei fumogeni. Il corteo è poi proseguito in direzione piazza Cinque Giornate. Prima, però, quando le manifestanti sono passate sotto la sede di Libero e dal corteo si sono levati fischi, schiamazzi e insulti più disparati, e infine si sono ritrovate in piazzale Oberdan a piazza Venezia, dove con maggior calma hanno potuto esporre le loro ragioni. 

Quelli di Libero sono, in buona sostanza, "fascisti, razzisti, sessisti, omofobi" nonché titolisti "di mer***a” artefici di una "narrazione tossica, violenta e patriarcale. Ma le femministe anti-violenza (ma non proprio pacifiste, a giudicare dal tenore degli slogan), ne hanno avute anche per Stato, insegnanti della scuola pubblica e forze dell’ordine, considerati tutti "complici attivi" degli stupri e delle violenze.

 


 

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