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Adozioni, Trancassini (FdI): "Le rinunce? Colpa della burocrazia. Ora semplifichiamo le pratiche"

Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d’Italia, è ospite di Parlamentari scatenati, la rubrica di Libero dedicata alle proposte di legge e ai disegni di legge dei parlamentari.  L’Onorevole, intervistato da Costanza Cavalli, ha presentato una proposta di legge per la semplificazione e l'accelerazione delle procedure di adozioni dei minori. Stando ai dati, nel 2021 si sono concluse le procedure di adozioni per 866 minori italiani, ma ogni anno le domande in attesa variano tra le 7 e le 8mila. Nel 2022, le pratiche internazionali andate a buon fine sono state 565, 2.382 quelle ancora pendenti.

L’iniziativa di Trancassini mira a rendere più facili le procedure di adozione modificando la legge vigente, la 184/1983: il deputato allarga la platea degli adottanti diminuendo gli anni di matrimonio o di convivenza, aumenta l’età in cui è ancora possibile accogliere un figlio, abbatte e rende perentori i termini di risposta dei Tribunali. “Le lungaggini burocratiche generano due danni”, ha analizzato il parlamentare, “o la coppia desiste durante il percorso (ad oggi, mediamente, ci vogliono 53,3 mesi perché un’adozione vada a buon fine, ndr) o si è indotti ad accogliere un solo bambino. I coniugi, solitamente, compiono questa scelta perché non sono riusciti ad avere una maternità e una paternità naturale. È un’esperienza bellissima ma l’età incide: se a cinquant’anni si intraprende questa strada, ottenere una risposta quattro anni più tardi cambia le prospettive. Adottare un bambino di sei anni diventa più complicato”.

Per quanto riguarda l’adozione da parte di coppie gay o single, Trancassini ha spiegato: “Analizziamo le premesse: la nostra normativa, come gran parte di quelle europee, parte dalla tutela del minore. Ecco che, se decidiamo di cambiare, dobbiamo modificare i presupposti: non guardiamo più al minore ma all’adottante. Quest’ultimo può desiderare un figlio, una famiglia, vuole dare amore: è bellissimo, ma stiamo capovolgendo l’approccio”. E ha concluso: “Dobbiamo elevare questo dibattito e non possiamo dividerci per un’ideologia: se si ritiene di affrontare la questione partendo dall’adulto, viene meno la premessa essenziale e cioè la tutela del minore”.

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