Le strade di Napoli sono piene di venditori che offrono cibo con l'avvicinarsi delle festività natalizie: verdure fresche, carne e persino aragoste sono tutte in vendita. Il piatto simbolo di un tipico Natale napoletano è la cosiddetta “minestra maritata”, emblema della cucina partenopea e piatto tradizionale del periodo natalizio. La minestra maritata si trova nei ricettari già dall’inizio dell’Ottocento. Si chiama “maritata” perché carne e verdure convivono in armonia in questo piatto – chi la ama ammette che, anche se gli ingredienti possono essere economici, il sapore è ricco. “La cucina napoletana, a differenza di molte altre cucine, non si basa sulla carne, ma sul desiderio di carne. C’è un piccolo pezzo di carne in un sugo, come il ragù con pomodoro o cipolla, che chiamiamo genovese, o nella minestra maritata, che è un insieme di erbe raccolte durante il periodo natalizio o pasquale, cotte insieme a piccoli pezzi di maiale o vitello”, spiega Luciano Pignataro, esperto di gastronomia italiana e autore. Anche i dolci sono una parte fondamentale del pranzo di Natale italiano e fanno parte delle tradizioni secolari di questa città. Come gli struffoli, palline fritte di farina, uova e zucchero immerse nel miele. O i famosi mustacciuoli, biscotti duri ricoperti di cioccolato, la cui popolarità è sopravvissuta fino ai giorni nostri. Il rococò è una ciambella tipica locale, fatta con farina, zucchero, mandorle e un mix di spezie. Come i mustacciuoli, può essere inzuppato nel vino o nei liquori a fine pasto per ammorbidirlo, ma oggi esistono anche versioni più morbide.
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