Libero logo

(Agenzia Vista)

Flotilla, la farsa: cuoricini e "Bella Ciao" ai soldati Idf

di Claudio Brigliadorigiovedì 2 ottobre 2025
2' di lettura

Il momento tanto annunciato, quello dell'abbordaggio della Marina militare israeliana alle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, arriva intorno alle 18.20 di mercoledì. E ogni equipaggio della Flotilla reagisce a modo suo, chi facendosi prendere da una sana paura e chi, invece, ricorrendo a modalità da manifestazione studentesca.

Avviene tutto in diretta streaming, con gli attivisti pro-Pal che riprendono la loro avventurosa "crociera" verso Gaza con le telecamere di sicurezza a bordo dei loro "vassels" con i singoli telefonini, branditi in mano come una arma difensiva nei confronti dell'Idf. Nei minuti immediatamente precedenti al blitz israeliano, c'era chi come il deputato del Pd Arturo Scotto annunciava con entusiasmo "siamo a 60 miglia dalla costa, non siamo mai stati così vicini", e chi invece prevedendo il peggio parlava di "azione illegale" da parte dei militari, perché ancora in acque internazionali e quindi fuori dal "blocco navale" messo in atto dal governo Netanyahu contro Hamas

I video diventati virali sui social sono così uno specchio perfetto dello spirito di queste centinaia di "idealisti", delle loro velleità, del loro essere così ingenuamente fuori dal mondo. C'è chi all'avvicinarsi delle barche dei militari israeliani si affaccia facendo il segno del "cuoricino", una surreale richiesta di "pace e amore". Ben sapendo, in fondo, che l'accordo tacito tra le parti era preciso e già siglato: "Nessuna provocazione, nessun pericolo". Altri, come fossero sul set di una serie tv (e in fondo il paragone non è molto lontano dalla realtà) hanno iniziato a intonare il classico Bella ciao, perché fare i partigiani fuori da un teatro di guerra vero, come quello di Gaza, sarà anche molto furbo ma fa sempre la sua figura su Instagram e su X. E alla fine risultano molto più vera e di pancia la reazione di quegli attivisti che vistisi i soldati israeliani salire a bordo con le armi in pugno hanno semplicemente alzato le mani in segno di resa, per evitare qualsiasi pericoloso equivoco.  

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev