Una "cupola" di sicurezza per difendersi da missili balistici, sistemi ipersonici e attacchi aerei massicci. Alle Officine Farneto di Roma l’azienda Leonardo presenta il “Michelangelo Security Dome”. Davanti a una platea di vertici delle Forze Armate e investitori nazionali e internazionali l’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani spiega il funzionamento e le potenzialità del nuovo sistema di difesa italiano pensato per integrarsi nell’impianto di sicurezza dei paesi Nato. Una tecnologia multi-dominio e interoperabilie per individuare minacce e comunicarle in modo rapido e sicuro tra mare, terra e aria attraverso sensori, effettori e satelliti. "Un progetto congiunto che faremo insieme alla Difesa" spiega Cingolani, "per riuscire a creare un sistema di protezione di difesa aerea che deve intercettare tutte le minacce che in questo momento sono più temute. Quindi missili ipersonici, missili balistici, sono armi che volano. Missili che volano a velocità che possono arrivare a 5-6 chilometri al secondo e che sono difficili da intercettare". Uno strumento per cui Leonardo sceglie il nome di un altro genio italiano, Michelangelo, padre della struttura della cupola, the dome, rinascimentale. "Un nome che è un po' evocativo di un'architettura che ha funzionato molto bene" dice Cingolani a margine della presentazione. "In situazioni così complicate" prosegue più nel tecnico il ceo ed ex ministro, "dove tanti sistemi devono parlarsi, il radar deve comunicare con il satellite, per agganciare la minaccia e poi c'è qualche macchina che deve calcolare qual è il sistema migliore per neutralizzare la minaccia. Tutti questi dati viaggiano in aria, parliamo di quantità di dati immense e devono essere protetti perché se vengono intercettati, hackerati, uno non ha più la protezione. Quindi pensate anche l'impatto che queste tecnologie hanno per la cybersicurezza dei cittadini perché poi quando io faccio cybersecurity la faccio sì per questo sistema ma serve anche per proteggere i nostri conti in banca, i nostri dati sanitari, le cose del pubblico. Quindi è una visione industriale che va verso il futuro. Un futuro dove, come avete sentito anche recentemente persino dal ministro della Difesa, la guerra ibrida diventerà una minaccia reale".



