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Marco Travaglio dà del "bambino rit***" ad Alessandro Sallusti e i disabili insorgono: "Stanchi di tanta superficialità"

Marco Travaglio, il direttore del Fatto quotidiano, polemizzando in un articolo con Alessandro Sallusti, gli ha dato candidamente del “bambino rit***to”. E non si tratta neanche del primo scivolone, visto che già in passato, in diretta tv, aveva usato in senso negativo il termine “m***de”.  In molti hanno criticato il giornalista. E ad arrabbiarsi, tra gli altri, è anche l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva o Relazionale. Secondo il presidente, Roberto Speziale, “Travaglio non si rende conto che si rischia di vanificare con una sola frase gli sforzi di decenni”. E ancora: “Siamo sinceramente stanchi di continuare ad assistere a tanta superficialità, soprattutto quando proviene dal mondo dell'informazione e da suoi autorevoli esponenti”. Il messaggio è chiaro. Con la speranza che non serva ripeterlo ancora

Un'uscita, quella del giornalista, che ha scatenato anche molti suoi colleghi. Tra questi Piero Sansonetti, che dalle colonne de il Riformista ha perso le staffe: "Alle volte il giornalismo italiano cade molto in basso. Perde il senso della civiltà, della misura. Esce da ogni perimetro culturale. Ieri per esempio Marco Travaglio ha scritto un editoriale per polemizzare con Alessandro Sallusti. Legittimissimo". Ma poi, venendo alle dolenti note, Sansonetti ha aggiunto: “Bambino rita***to”. Come è potuto uscirgli dalla penna? Possibile che nessuno in redazione abbia riletto quell’articolo prima di pubblicarlo, magari qualcuno dei colleghi del Fatto che dispongono di un minimo di cultura e sensibilità? Come è finito male il giornalismo italiano". A quanto pare no.

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