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Superbonus, stop agli sconti per le villette: il governo dimezza il beneficio

Tra le misure messe in campo dal governo fin dall'inizio per aiutare il tessuto produttivo piegato dall'emergenza pandemica, il superbonus al 110% per i lavori di ristrutturazione edilizia finalizzati alla riqualificazione energetica e al rafforzamento della prevenzione antisismica è stata sicuramente una delle più efficaci. Al 30 settembre scorso gli investimenti ammessi a detrazione erano arrivato a quota 7,5 miliardi, decretando il sostanziale successo del beneficio. I numerosi cantieri aperti, che chiunque girando per le città può facilmente osservare, hanno rilanciato il settore delle costruzioni e provocato un fabbisogno di occupazione aggiuntiva che le aziende faticano addirittura a trovare per l'annoso problema italiano del mancato incrocio tra domanda e offerta. Il successo del superbonus ha, però, spaventato il ministro dell'Economia, che già qualche settimana fa aveva lanciato l'allarme sull'eccessivo impatto sui conti pubblici. E' per questo che Daniele Franco in sede di definizione della finanziaria ha chiesto e ottenuto una riduzione dell'agevolazione, vincolando la proroga al 2023, per le sole unità abitative monofamiliari, ad un tetto Isee al di sotto dei 25mila euro. L'intervento è stato fatto passare dal governo come una semplice limatura che riguarda solo le megaville dei Paperoni. In realtà, considerato il basso livello di reddito, le nuove norme precludono l'accesso al superbonus alla maggior parte delle villette e delle case autonome, anche modeste. Il che significa non limare, ma dimezzare la platea. Secondo gli ultimi dati, infatti, la percentuale di investimenti effettuati dai condomini, che potranno usufruire del bonus anche nel 2023, rappresenta solo il 47% del totale.

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