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Criogenia, dal biometano all'idrogeno, le filiere di applicazione. L'appello di Criotec: "Facilitare l'accesso alla ricerca"
Paola Natali intervista per Libero Tv Marco Roveta, Direttore commerciale di Criotec, e Sandro Iacometti, giornalista di Libero. La torinese Criotec è nata nel 1989, è una Pmi e specializzata in tecnologie legate all’impiantistica criogenica. La criogenia inoltre è una tecnologia molto utilizzata nel settore alimentare e nel farmaceutico, a iniziare dalle biobanche. L’azienda ha 50 addetti e un giro d’affari di 12 milioni. “Durante la pandemia la crioterapia, soprattutto l’ossigeno medicale ha subito un picco di domanda da parte degli ospedali e quindi abbiamo organizzato l’azienda per sopperire alle richieste. È stato un periodo intenso”, spiega Roveta. “Questo è un momento dorato per l’Italia, le aziende stanno correndo molto”, dice Iacometti, “anche Criotec ha notato un’accelerazione in questa fase?” – “Noi abbiamo sempre lavorato”, risponde Roveta, “La fase di ripresa c’è però stata anche per noi nonostante la carenza di materie prime che decuplicano le tempistiche per le consegne. I nostri progetti vanno dal biometano, per produrre metano liquido dai rifiuti, all’idrogeno. Tutte filiere dove siamo inseriti”. Fondamentale però lavorare sulla gestione amministrativa della ricerca.
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