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Santo Graal, "ecco cosa rappresenta davvero": non solo fede, svelato il mistero del calice?

Narra la leggenda che da qualche parte nel mondo esista un calice in cui avrebbe bevuto Gesù Cristo nell’ultima cena e nel quale Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto il suo sangue durante la crocifissione. È stato cercato in ogni dove, anche perché i suoi poteri, secondo la leggenda, donerebbero vita eterna e conoscenza. Nel corso del tempo ha assunto diverse forme, lo ritroviamo spesso sotto forma di calice per poi divenire una coppa e infine un libro. Ma cosa è veramente il Santo Graal? Sicuramente non è un oggetto fisico, ma qualcos’altro. Secondo alcuni rappresenterebbe un diverso tipo di coscienza raggiungibile attraverso rituali alchemici. Del resto il mito del Graal ha radici molto più arcaiche del Cristianesimo e nasce dalla fusione di antiche leggende presenti in numerose culture. Come quella celtica del "calderone del dio Dagda", che era simbolo dell’abbondanza che dispensa cibo inesauribile e conoscenza infinita, ma anche simbolo di resurrezione nel quale si gettano i morti perché resuscitino il giorno seguente. Il calderone dunque nutre i guerrieri celtici così come il sangue contenuto nel calice nutre la fede dei cristiani e li rigenera a una vita nuova.

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