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Immigrazione, l'Ue e i nuovi piani di accoglienza dopo l'Ucraina

Paola Natali intervista per Libero Tv gli eurodeputati Laura Ferrara (M5s) e Paolo Borchia (ID-LN) su immigrazione e democrazia. “L’augurio è che le politiche di immigrazione di oggi, generate dalla guerra in Ucraina, siano l’esempio per le politiche migratorie a venire, argomento sul quale l’Unione europea si era sempre dimostrata divisa”, commenta Ferrara. Risponde Borchia: “Il tema dell’immigrazione è uno dei temi maggiormente divisivi: il superamento del Regolamento di Dublino 3 è imprescindibile perché nasce in una fase storica differente, in cui poteva avere un senso dare più responsabilità agli Stati geograficamente più esposti come l’Italia, la Grecia, la Francia. Si tratta di trovare una soluzione che tenga presente la consistenza numerica dei flussi, la necessità di manodopera, la qualità della vita”. Sugli accordi bilaterali “siamo fermi dal punto di vista delle politiche di rimpatrio”, dice Ferrara, “questo è segno dell’ipocrisia della Commissione Ue. All’inizio della legislatura la Commissione ha presentato una nuova proposta per la modifica del sistema comune europeo di asilo introducendo il concetto di “solidarietà obbligatoria”: questa solidarietà si concretizza con il ricollocamento dei richiedenti asilo tra gli Stati membri, ma su base volontaria, od offrendosi come Paese sponsor per l’attuazione delle procedure di rimpatrio o come indennizzo economico ai Paesi più interessati dai flussi migratori. La stessa Commissione però ha poi informato il Parlamento delle cifre bassissime dei rimpatri per difficoltà di accordi con Paesi terzi e per difficoltà nell’applicare accordi già in essere”.

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