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La cultura del vestire: così Gerardo Godwasser indaga la “persona”. La mostra a Venezia

Prima di entrare nel Padiglione dell’Uruguay ai giardini della Biennale di Venezia, Gerardo Godwasser ci chiede di guardarci nel grande specchio all’ingresso. Osservarci con addosso gli abiti che indossiamo. Partono da qui una serie di domande che continuano a frullare in testa mentre si visita la sua mostra intitolata Persona. Gerardo Goldwasser propone una riflessione critica che mette in scena un aspetto tanto semplice quanto complesso di tutte le società umane: il modo di coprire ed esibire i corpi, educarli e caratterizzarli. Il progetto, come spiega a Nicoletta Orlandi Posti che lo ha intervistato per ART’è, fa riferimento ai vari modi in cui ogni essere umano, attraverso la caratterizzazione del proprio aspetto e la modalità con la quale entra in scena ogni giorno della sua vita, è percepito come “persona”.  L’etimologia del concetto si riferisce al teatro classico: il suo primo significato è stato “maschera d’attore”. Quella maschera è all’origine della cultura del vestire. Non solo: Goldwasser ci invita ed esorta a osservare e riflettere sulla rappresentazione dei corpi e la loro metamorfosi, sui dubbi che assalgono la scienza, l’arte e i miti del nostro tempo, in bianco e nero, come il manuale di sartoria, anonimo e senza data, ereditato dal nonno.

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