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Vittorio Feltri: Padoan e quella infame crudeltà sui pensionati italiani

Il ministro dell'Economia Padoan si è candidato a subire l'imitazione di Crozza. Martedì ne ha sparata una clamorosa a proposito della longevità dei nostri pensionati. Ha detto di loro: "muoiono troppo tardi e ciò incide negativamente sui conti dell'Inps". Egli è un "grande" tecnico e ha capito un concetto fondamentale: più la gente campa e, quindi, invecchia e più pesa sui bilanci pubblici, perché continua a ricevere i soldi dalla Previdenza. Se crepasse prima farebbe una cortesia a Boeri sollevandolo dall'onere di sganciare quattrini allo scopo di mantenerla. Però, idea geniale e affettuosa nei confronti dei decani, evidentemente considerati dei parassiti a carico dello Stato, non persone che hanno lavorato anni e anni, versando contributi ed essendo pertanto meritevoli di vederseli restituiti al momento della quiescenza. I gestori dell'Inps hanno elargito somme a tutti, alle donne in maternità, agli operai in Cassa integrazione guadagni, ai poveracci che riscuotono l'assegno sociale pur non avendo mai sborsato un centesimo, ma Padoan trova che il problema siano i canuti dipendenti a riposo, cioè coloro che hanno riempito le casse previdenziali pagando ogni mese, detratte dalla busta paga, le marchette dovute per legge all'ente in questione. In pratica il ministro se la prende, augurando loro decessi prematuri, con individui che hanno il diritto alla pensione in base a quanto sborsato, e seguitano ad assistere i manutengoli senza fare una piega. Siamo di fronte a una ingiustizia clamorosa e ad una infame crudeltà nei confronti degli anziani ex lavoratori. Il responsabile del dicastero economico andrebbe cacciato a furor di pensionati. È inammissibile che costui si rammarichi del fatto che le aspettative di vita si siano allungate. Se fosse un governante serio dovrebbe semmai separare la previdenza dell'assistenza, che sono due cose diverse: la prima è finanziata dalle maestranze, la seconda in un Paese normale sarebbe a carico della fiscalità generale. Ignorare questi particolari significa commettere un peccato mortale imperdonabile. La manovra governativa, ossia la Legge Finanziaria, come si chiamava una volta, non comprende l'inasprimento dell'Iva, per fortuna, in compenso prevede ancora l'aumento delle tasse per i cittadini. Da mezzo secolo i nostri governi non fanno altro che caricare gli italiani di nuove imposte al fine di pareggiare la costante crescita della spesa e del debito. La ventilata spending review resta lettera morta da un lustro e più. Ciò vuol dire che siamo amministrati da incantatori di serpenti che fa rima con deficienti. di Vittorio Feltri

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