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Ilva, sindacati al Quirinale da Mattarella. È il segnale: situazione disperata

Una war room sull'Ilva: il premier Giuseppe Conte riferisce costantemente a Sergio Mattarella gli sviluppi drammatici della crisi del polo siderurgico di Taranto, con all'orizzonte il "processo del secolo" che vedrebbe contrapposti lo Stato alla multinazionale indiana Arcelor Mittal. E che la situazione sia disperata lo testimonia un altro appuntamento al Quirinale: lunedì sera alle 19.30 il presidente della Repubblica incontrerà i segretari generali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, Landini, Furlan e Barbagallo. L'impressione è che con un governo e una maggioranza divisi su ogni singolo scenario e possibilità, sarà ancora una volta il Capo dello Stato a "commissariare" l'esecutivo e a dover decidere che piega dare a una delle vicende più impattanti per l'economia italiana degli ultimi decenni.  Leggi anche: "Su chi devono indagare i magistrati". Senaldi, la scomoda verità sull'Ilva Nel frattempo Pd e M5s continuano a litigare e mescolare le carte sullo scudo penale. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, democratico e pugliese, intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino a Circo Massimo su Radio Capital, non usa mezzi termini: "Mittal ha posto sul tavolo un ricatto occupazionale inaccettabile, che il governo ha già respinto. Se un'azienda media italiana avesse fatto quello che ha fatto Mittal, i proprietari sarebbero già stati portati via alle sei del mattino da qualche giorno...". Alternativa alla permanenza degli indiani è solo "l'amministrazione straordinaria, che ha già salvato una volta Ilva dal crack Riva, con il prestito ponte e con l'obiettivo di riportare entro uno-due anni, come previsto dalla legge, l'azienda sul mercato. Se fosse necessario, lo rifaremmo un'altra volta senza alcun problema". Nel video di Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, Boccia contro "il ricatto inaccettabile" di Arcelor Mittal

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