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Luigi Di Maio ad Agorà: "Il voto in Emilia Romagna non sia un referendum sul governo. Nessun accordo col Pd"

Luigi Di Maio deve avere molta paura che dopo le elezioni in Emilia Romagna possa cadere il governo. Ospite di Serena Bortone, ad Agorà, su Rai tre, il capo politico del Movimento 5 stelle dice a chiare lettere che il voto in Emilia "non deve diventare un referendum sul governo". "I cittadini dell'Emilia Romagna devono avere il diritto di eleggersi un presidente", continua il ministro degli Esteri, "senza che continui questa partita per determinare effetti sul governo centrale". Sempre sulle regionali e sulle possibili alleanze con il Partito democratico, Di Maio dice: "Il nostro statuto non prevede accordi con candidati di altri partiti" mentre "sui programmi siamo aperti a tutti". E alla domanda della conduttrice su una eventuale intesa tra Cinque stelle e Pd in Calabria per schierare un candidato comune come Filippo Callipo, il leader grillino risponde: "No, smentisco anche questo, non c'è nessun accordo con il Pd".  Leggi anche: Addio reddito ai fannulloni, il piano di Giorgia Meloni: così affonda la follia M5s Di Maio frena poi sul cosiddetto Lodo Giorgetti, ovvero sulla proposta del numero due della Lega di un tavolo delle riforme condivisa dal Pd: "Le riforme le fa il Parlamento. Se siamo in una maggioranza le forze politiche di maggioranza prima si coordinano tra di loro e poi con l'opposizione. È importante tenere una linea di maggioranza". Poi la frecciata a Matteo Salvini: "Io sono andato in Cina tre volte per portare le nostre imprese a vendere il Made in Italy lì. Piuttosto, sono rimasto molto colpito dalla visite di Salvini in Russia. Salvini si preoccupi di quelle lì, non delle mie visite da ministro degli Esteri in Cina...".

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