Cerca
Logo
Cerca
+

Matteo Salvini, intervista a Libero: "Sto studiando da premier". Gregoretti e grillini alla Lega, la verità

Gli attacchi di Conte hanno un effetto rilassante su Salvini. Il premier è fermo al 20 agosto scorso e nella conferenza stampa di fine anno critica ripetutamente il suo ex ministro, affermando che «l' idea di leadership del segretario leghista è inquietante». L' interessato replica serafico che per la democrazia «è più inquietante che governi uno che non ha preso un voto ma si è inchiodato a Palazzo Chigi per fame di potere». Matteo è in vacanza, ha staccato quattro giorni con la testa, ma non ha smesso di viaggiare tra Milano, Firenze, Roma e l' Emilia-Romagna, dove ieri ha ripreso la campagna elettorale per la candidata Borgonzoni, prima di fare tappa a Bergamo per la festa della Lega. Famiglia d' origine, nipote, figli, fidanzata. E da domani Bormio, per il Capodanno con gli amici del partito e la sua bimba, Mirta. L' opposizione regala molta serenità a Salvini. «Non ho ascoltato il discorso di Giuseppi, ero in viaggio. Mi sembra che il premier sia ossessionato da me, forse mi sogna anche di notte. Vive male e dorme peggio, le sue frequentazioni a sinistra lo stanno rovinando. Ha preso tutto il livore e la rabbia degli ex comunisti». Il leader della Lega è in fase riflessiva. «Sto studiando da premier», sorride ma non scherza affatto. «Errori? Ne avrò fatto uno al giorno, ma nessuno irreparabile e guardandomi indietro ripeterei tutto, specie l' addio al governo. Mi chiedo come abbiamo fatto a resistere per 14 mesi. Ripensando oggi alle lotte con Bonafede, Trenta e Toninelli e ai no di Conte mi vengono i brividi. La prima cosa che gli chiesi quando fu nominato premier è di mettere mano al codice degli appalti, che paralizza le nostre imprese. Mi assicurò che l' avrebbe fatto subito, sono ancora qui che aspetto». Quanto dura il Conte bis? «È già durato troppo. Mi ricorda la Raggi. Sabato è stato comico. Ha perso un ministro e ne ha messi due, roba da Prima Repubblica. Ma M5S non era il partito di quelli che volevano tagliare le poltrone? In questi giorni fuori dal Parlamento ho incontrato il Paese reale. Imprenditori, operai, statali, giovani, pensionati, pure immigrati: ciascuno per una specifica ragione diversa ma sono tutti incazzati neri con il governo giallorosso». Ha fermato l' estensione della flat tax e ora dice che vuole smontare il decreto sicurezza: punta a desalvinizzare l' Italia?  «Dalle tasse agli immigrati, il premier è schizofrenico. Pensa di fare i dispetti a me, invece fa il male dell' Italia». Si vota nel 2020?  «Intanto si voterà in otto Regioni, a partire da Emilia-Romagna e Calabria, il 26 gennaio. Ogni volta che si va alle urne il centrodestra vince, ma in questo strano Paese non si tiene conto dei messaggi degli elettori. Devo riconoscere che D' Alema e Veltroni avevano più dignità. Sconfitti sul territorio, hanno lasciato il potere». Addirittura «Guardi, pur avendo combattuto strenuamente Monti arrivo a dirle che lui e i suoi ministri erano meglio di questi. Almeno avevano un profilo da leader». Cosa accadrà il 26 gennaio?  «Il centrodestra vince e i grillini spariscono. Finiranno sotto il 10% sia in Emilia-Romagna, dove sono nati, sia in Calabria, dove avevano quasi il 50». Lei li conosce bene: perché sono crollati?  «Grillo e Di Maio si sono innamorati del potere e per conservarlo si sono alleati con il Pd, smarrendo la loro spinta originaria. Una scelta politica sbagliata. I loro elettori non hanno gradito. Prevedo che tra un anno e mezzo il Pd avrà inglobato quel che resta di M5S». Fa campagna acquisti da M5S?  «Nessuna campagna acquisti. Tre senatori hanno scelto di lasciare la maggioranza per fare opposizione con la Lega. Professori, avvocati, gente con la schiena dritta. Altri ne arriveranno presto». Cosa offre loro?  «La Lega non offre nulla. Però ci sono molti elettori ed eletti di M5S che non sono di sinistra e si sentono frustrati, quindi guardano a noi, che siamo antropologicamente alternativi al Pd». Perché li accoglie: spera di far cadere il governo?  «La Lega è una comunità aperta. Quanto al governo, messo com' è può venire giù in ogni momento. Sono in confusione totale, pensi all' immigrazione: abbiamo un ministro dell' Interno senza volto né nome che cerca di rivendersi come suoi i nostri successi. Per sostenere che gli sbarchi sono diminuiti, mentre invece da settembre sono aumentati, calcola anche i mesi del mio dicastero. Dopo di che, annuncia l' abolizione del decreto sicurezza: ma è pro o contro l' immigrazione? Si chiarisca». La lingua batte dove il dente duole: ha paura di essere processato per sequestro di persona?  «Se processano me, processano l' Italia. Sarebbe un processo politico, non penale. Se ci sarà, lo faremo diventare l' occasione per aprire una riflessione sulla situazione della giustizia italiana e sulla mancanza di dignità e di onore dei politici di una certa parte, che hanno delegato ai magistrati le loro battaglie e il loro potere». È una minaccia?  «Non sono io che minaccio. Il Parlamento nel votare sull' autorizzazione a procedere non deve decidere se è giusto o no chiudere i porti ma solo se ho agito da ministro pensando di fare l' interesse del mio Paese o se perseguivo interessi miei. È ovvio che se mi mandano a giudizio è un attacco politico, e di solito sono i regimi, non le democrazie, a mandare alla sbarra i leader dell' opposizione». Di Maio voterà per il processo, Pd e Italia Viva pure. Pensa di poter evitare il giudizio?  «Che mi voti contro il Pd, me lo aspetto. Di Maio invece Che voltafaccia». Il leader grillino sostiene che lei non portò in consiglio dei ministri la decisione di trattenere i migranti a bordo della nave della Guardia Costiera Gregoretti «Non andavamo in Consiglio dei ministri a ogni sbarco. C' era un protocollo consolidato, tutti erano informati e ci si consultava. La scelta era condivisa e ho i documenti che lo provano, li esibirò durante il processo. Con la Diciotti Conte e Di Maio si sono autoaccusati; per coerenza dovrebbero fare lo stesso». Voterà la proposta del Pd per cambiare la prescrizione senza eliminarla?  «Stiamo preparando noi una proposta che presenteremo presto, redatta con la collaborazione di avvocati e giudici». Si accorderà almeno con il Pd sulla riforma elettorale?  «La Lega ha l' onore e l' onere di essere il primo partito italiano e quindi dialoghiamo con tutti ma un altro problema del Pd e della maggioranza giallorossa è che non c' è chiarezza nemmeno sugli interlocutori. Sono divisi su tutto. Comunque noi abbiamo la nostra proposta di maggioritario. Se Zingaretti vuole votarla, siamo qui». Lei ha sempre difeso Di Maio, anche dopo la caduta del governo. Ha cambiato idea?  «È lui che ha cambiato. Ha smesso di fare politica e ha fatto una scelta di sopravvivenza. Resterà ministro ancora per breve tempo e poi scomparirà». E di lei invece, cosa sarà?  «Lo decideranno gli elettori, appena verrà data loro la parola. Io non ho rimpianti e sto studiando da premier. Questo periodo all' opposizione mi sta servendo molto». Come lo sta impiegando?  «Non essere al governo dà modo di coltivare i rapporti e allacciarne di nuovi. Ringrazio la brama di potere di Conte, Renzi, Di Maio e Zingaretti, che mi stanno dando tempo e modo di crescere. Sto avendo una girandola di incontri, anche a livello internazionale, che per ragioni di opportunità mantengo riservati». Non le tremano le gambe al pensiero di caricarsi una situazione così difficile?  «No, gli italiani sono un grande popolo. Abbiamo i migliori imprenditori e lavoratori del mondo. Si tratta solo di metterli in condizione di lavorare, abbassando le tasse e organizzando la macchina amministrativa. Sarà più dura per il prossimo sindaco di Roma rilanciare la città che per me governare il Paese». Non la fa troppo semplice?  «La crescita si fa solo con il lavoro, che si crea abbassando le tasse. Funziona così in tutto il mondo. È l' inverso di quanto sta facendo questo governo, che soffoca il Paese a suon di balzelli. È riuscito allo stesso tempo ad aumentare la spesa pubblica e l' imposizione fiscale». Quando ha preso la Lega al 3% pensava di portarla così in alto?  «No, non lo pensavo, ma ambivo a farlo. Quando nel maggio del 2016 editai il mio libro dove scrissi che volevo arrivare a governare il Paese mi diedero del matto. Ora ci sono quasi, e chi mi derideva fa di tutto per fermarmi». Perché ha cambiato lo statuto della Lega dieci giorni fa?  «È la logica conclusione di un percorso. Di solito i partiti impongono le proprie scelte agli italiani, noi abbiamo fatto il percorso inverso e abbiamo fatto quello che i cittadini ci chiedevano, una Lega nazionale che vada da Nord a Sud». Ha creato il grande partito della destra italiana, quello che Berlusconi non riuscì a fare «No, non ragiono in termini di destra e sinistra. Abbiamo costruito una grande forza popolare che si basa sui pilastri di famiglia, identità, patria e valori cristiani. Quella contro Conte e Zingaretti è una partita locale. Di loro resterà poco nella storia, il mio sguardo è più avanti». Ma lei è un politico di destra   «Conservatore sì, di destra no. D' altronde, non mi dirà mica che Renzi e Zingaretti sono di sinistra. Berlinguer si rivolterebbe nella tomba se li vedesse. Prendono voti nei salotti e nelle banche anziché nelle periferie e tra i lavoratori». Il suo problema sono i rapporti con l' Europa «Non più. L' Europa è in fase di cambiamento e la Lega fa parte di questo processo. Altra cosa è l' Unione Europea, che è gestita dalle lobby e sempre più distante dalla volontà popolare. Anche su questo fronte però le cose stanno cambiando. L' Unione vede nel futuro governo italiano di centrodestra, che durerà cinque anni, un elemento di stabilità ben superiore rispetto a quella che possono garantire i giallorossi».  Ha fatto pace con Merkel e Macron?  «Con la Germania abbiamo il dovere di tornare ad avere buoni rapporti e con la Francia abbiamo il diritto di difendere i nostri interessi nazionali. Ma i rapporti internazionali non si limitano solo a Berlino e Parigi. Punto a inserirmi in un filone mondiale che va da Trump, che sarà rieletto, a Johnson, che ha appena vinto, a Netanyahu, già quattro volte premier di Israele e che ha appena ottenuto il 72% alle primarie del Likud, fino a Bolsonaro. Tutti leader che la sinistra criminalizza e vorrebbe processare e che la gente normale invece vota in massa». Dopo questo Pantheon le daranno dell' aspirante dittatore «È un po' che non mi dicono fascista. Evidentemente hanno capito che è un boomerang. In compenso però hanno preso a dire che spargo odio, e per una loro strana coerenza fanno circolare disegni in cui vengo impiccato a testa in giù». Il trattamento la inquieta?  «Bisogna farci il callo, ma non è piacevole. I giallorossi e i loro tifosi sono da sempre strabici». In che senso?  «Pensi alla stranezza di M5S e del Pd. Temono più i presidenti democraticamente eletti di Usa e Gran Bretagna rispetto al cinese Xi Jinping, che si è proclamato leader a vita e amministra un regime. Grillo entra ed esce dall' ambasciata cinese e il governo parla di consegnare i nostri dati informatici a Pechino attraverso il 5G e nessuno dice nulla. Ho appena incontrato Fiamma Nirenstein e a gennaio farò in Parlamento una proposta per difendere Israele senza se e senza ma. Voglio vedere come si comporterà chi mi fa lezioni di democrazia». di Pietro Senaldi  Nel video di Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, la missione di Salvini: "Cambiare il Paese"

Dai blog