"Un processo che non avrebbe dovuto iniziare"
A Milano si è chiuso un processo che non avrebbe dovuto nemmeno cominciare. Nel caso Mills, i pm si sono inventati un espediente per perseguire Berlusconi: il presunto reato non scattava dalla presunta regalia ma dal momento in cui, anni dopo, l'avvocato inglese cominciò a spendere quel denaro. Abbastanza singolare, in uno stato di diritto. Secondo particolare: l'esperta ascoltata dalla procura affermò che non c'erano evidenze bancarie, non un assegno, non un bonifico, non un passaggio in contanti di denaro che ricollegassero Berlusconi a Mills. La procura, anzichè accettare l'evidenza della mancanza di prove, si è intestardita in una corsa contro il tempo per ottenere una condanna inutile, perché la prescrizione sarebbe arrivata in secondo grado. Risultato: i pm hanno dato ragione a Berlusconi, il Cavaliere è un perseguitato. Il videoeditoriale del direttore di Libero Maurizio Belpietro.