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Elisabetta Casellati fischiata al Senato sul Ddl Zan. La risposta a Pd e M5s: "Euro 2020 è già finito"

Gelo istituzionale al Senato, con Elisabetta Casellati a fare muro di fronte ai fischi selvaggi di Pd, M5s e LeU, i cosiddetti (e auto-incoronati) democratici. A Palazzo Madama è (o meglio, sarebbe dovuto essere) il giorno del Ddl Zan, il contestatissimo disegno di legge contro l'omotransfobia firmato dal deputato dem Alessandro Zan, approvato alla Camera e finalmente in discussione anche al Senato. Il tema però spacca la maggioranza senza apparente via d'uscita. Il Pd, spalleggiato da LeU e 5 Stelle, vuole la conta in aula in un clima da sfida all'Ok Corral. Considerando che si parla di diritti e minoranze, il fatto che non ci sia spazio per mediazione fa un po' sorridere. Dall'altro Italia Viva e Lega: i renziani vogliono un compromesso con Salvini, che ha via via ammorbidito la propria posizione. La trattativa sarebbe dunque possibile, ma il Pd dice no. Forse perché prima della legge viene la bandierina ideologica. 

Sta di fatto che la seduta si trasforma in un processo alla Casellati. La presidente forzista sembra aprire alla richiesta del presidente leghista di commissione Giustizia, Andrea Ostellari, di convocare una nuova riunione dei capigruppo e verificare se ci siano le condizioni per far tornare il testo in commissione e trovare la quadra. Dem e grillini esplodono: vogliono discutere il ddl Zan in aula e votare, anche a costo di vederlo bocciato. In quel caso, sarebbero pronti i bombardamenti sulla Lega ma soprattutto su Italia Viva, colpevole di essersi "rimangiata" il voto favorevole dato alla Camera. 

Quando piovono fischi sulla Casellati, lei si difende con forza: "I mondiali, anzi gli Europei li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio - spiega togliendo la parola per qualche secondo alla grillina Maiorino -. Non possiamo vedere con i fischietti dietro le mascherine... non al clima da stadio".

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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