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Massimo D'Alema e le armi in Colombia, la Garavini di Italia Viva: "La Florida e i paradisi fiscali?"

"Sottolineo in modo forte che Massimo D'Alema non aveva alcun mandato formale o informale a trattare per conto di Leonardo". Parola dell'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, in audizione alla commissione Difesa del Senato, rispondendo a una domanda sul caso delle trattative per le commesse di armi alla Colombia. "Nel caso specifico, il presidente D'Alema - sottolinea Profumo - ha prospettato a Leonardo che queste opportunità potessero essere maggiormente concrete ma fin da subito ha chiarito che sarebbe rimasto del tutto estraneo alle future eventuali attività di intermediazione" e "solo sulla base di queste assunzione l'azienda ha avviato le previste attività di verifica della fattibilità e percorribilità di queste ulteriori opportunità".

È importante che Leonardo chiarisca se effettivamente l'ex premier Massimo D'Alema era autorizzato da Leonardo a trattare con il governo colombiano per la vendita di armamenti. Così come riteniamo altrettanto opportuno che in sede di audizione si definisca anche la cornice legale nell'ambito della quale si è potuta concretizzare questa collaborazione - ha incalzato la senatrice Laura Garavini, vicepresidente della Commissione Esteri e vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi, intervenendo in commissione Difesa per l'audizione di Profumo -. In particolare, ciò che chiediamo a Leonardo è di chiarire se l'iniziativa commerciale è stata realizzata adempiendo agli obblighi di legge che prevedono la comunicazione dei mediatori. E quindi, di conseguenza, se nel contratto con D'Alema è stata rispettata la procedura di compliance interna a Leonardo, che prevede la comunicazione dei mediatori e i loro dati all'Unità per le autorizzazioni dei materiali per gli armamenti. E come sia possibile che la mediazione non avesse una soglia massima, prevista invece in tutti i contratti di mediazione internazionale. Infine, appare quanto meno poco opportuno che, secondo alcune indiscrezioni, l'onorevole D'Alema facesse riferimento a uno studio legale della Florida, quindi di uno stato terzo. È necessario che Leonardo possa escludere del tutto eventuali riferimenti a possibili paradisi fiscali. Su tutti questi punti, ci aspettiamo chiarezza".

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