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Delpini: onoriamo partigiani facendo nostra loro promessa civile

Milano, 23 apr. (askanews) - "Uomini e donne della Resistenza hanno creduto a una promessa, hanno compiuto le loro imprese, hanno sofferto, rischiato e pagato con la vita la speranza, la speranza di un popolo libero, unito da valori condivisi e liberamente scelti. Hanno creduto a una terra promessa e perciò non si sono rassegnati a una terra di schiavitù. Personalmente sento la responsabilità di celebrare la memoria dei martiri della Resistenza, come memoria di una promessa: sento che solo questo modo di vivere la memoria contiene una possibilità di costruire insieme il futuro" (..) "La promessa civile contiene i valori che sono stati tradotti nei principi della Carta costituzionale, e i morti della Resistenza, i padri costituenti, le forze sociali che sono emerse vive dal disastro della guerra e dagli anni cupi della dittatura, meritano di essere ricordati non come fotografie del passato ma come testimoni di una promessa che li ha motivati a lottare insieme, a sognare insieme. Noi oggi onoriamo quella gente perché facciamo memoria della promessa in cui hanno creduto". (.) "Io sono qui, noi siamo qui, oggi a far memoria della promessa e a motivarci a camminare insieme verso il futuro". Con queste parole l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, è intervenuto alla commemorazione dei martiri partigiani seppelliti al Campo della gloria del cimitero Maggiore di Milano, in occasione del 75esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Introdotti dal presidente provinciale dell'Anpi, Roberto Cenati, nel corso della breve cerimonia, surreale perché tenutasi nel cimitero deserto e silente per il Covid-19, sono intervenuti anche la vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, e il presidente della Comunità ebraica del capoluogo lombardo, Milo Hasbani.

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