Bce, Consulta Germania non boccia piano bond ma solleva rilievi
Berlino, 5 mag. (askanews) - Il Quantitative Easing continua a dividere i paesi dell'eurozona e a creare problemi ancora una volta è la Germania. La Corte Costituzionale tedesca ha sollevato dubbi di legittimità sul programma di acquisto dei titoli di stato da parte della Banca centrale europea che entro luglio dovrà giustificare le ragioni di questa operazione.
L'Alta Corte teutonica ha confermato la parziale legalità della Quantitative Easing da parte della Banca Centrale Europea, al tempo stesso però, ha rilevato "violazioni" da parte del governo e ha posto dei paletti per i prossimi interventi. Per la prima volta la Consulta tedesca afferma che le misure intraprese da un organo Ue "non sono coperte dalle competenze europee".
In sostanza si tratta di un "sì ma condizionato", che accoglie in parte i ricorsi contro l'acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce avvenuti a partire dal 2015 nel periodo di presidenza di Mario Draghi.
La Corte per questo ha chiesto alla Bce di giustificare il suo operato sul Quantitative Easing entro tre mesi, cioè di renderlo più conforme al suo mandato, altrimenti la Bundesbank non potrà più partecipare al programma. Ma c'è di più: la Banca Centrale tedesca sarebbe costretta a vendere i titoli di Stato tedeschi acquistati durante l'applicazione del QE.
Pronta è arrivata la reazione della Commissione europea che ha riaffermato la supremazia del diritto comunitario: "le sentenze delle Corte di giustizia europea sono vincolanti per tutte le Corti nazionali". "La commissione - ha aggiunto il portavoce del capo della Commissione europea, Eric Mamer - ha sempre rispettato l'indipendenza della Bce nell'attuazione della
politica monetaria".