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L'effetto "razzismo" (e le bugie) sulle primarie Usa

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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La prossima primaria sara' in Sud Carolina il 20 febbraio, e siccome in questo Stato c'e' una larga percentuale di voto afro-americano da conquistare il tema della razza sara' molto gettonato. I repubblicani potranno vantare la presenza di Tim Scott, il primo senatore nero eletto in uno stato del Sud dalla Ricostruzione (post Guerra Civile), e uno dei due soli senatori di colore in Congresso oggi, come prova concreta di un partito che non solo non e' razzista, ma riesce a far eleggere un suo rappresentante di colore da una popolazione mista. Per la cronaca, una settimana fa Scott ha ufficializzato il suo supporto per Marco Rubio, che e' uno due ispanici di origini cubane (l'altro e' Ted Cruz) dei sei candidati del GOP rimasti in gara. Essendoci anche il nero Ben Carson nel sestetto, significa che la meta' dei leader repubblicani in corsa sono bianchi (Trump, Jeb Bush e John Kasich) e l'altra meta' sono delle “minoranze diverse”. I due democratici in corsa sono entrambi bianchi, Hillary e Bernie Sanders, e il loro approccio alla questione razziale e' insistere nel blandire l'aggressivita' militante degli attivisti alla Al Sharpton, che da Ferguson si e' costituita nel movimento “Black Lives Matter” (BLM). (Il reverendo estremista nero di New York e' stato omaggiato ad Harlem da Sanders due giorni fa nella speranza di un suo appoggio.) “Le vite dei neri contano” e' lo slogan nato sulla falsa ricostruzione, avallata a lungo dai media di sinistra, della dinamica della morte di Michael Brown: le inchieste giudiziarie, dal Gran Jury fino alla indagine dell'insospettabile ministro nero di Obama Eric Holder, hanno interamente scagionato l'agente bianco del Missouri che ha sparato a Brown per legittima difesa, ma la bufala delle “mani alzate” e della “esecuzione alle spalle” e' durata per mesi ed e' stata il fondamento di BLM. Ancora oggi, Sanders dice in TV che “non e' accettabile vedere gente disarmata uccisa dagli agenti di polizia”, e Hillary proclama “troppi incontri con uomini delle forze dell'ordine finiscono tragicamente… dobbiamo affrontare la dura verita' dell'ingiustizia e del razzismo sistemico”. “Verita'”? Ma quale mai. Se per verita' si intende la realta' dei fatti e dei numeri, BLM e' il prodotto di “miti”, come documenta sul WSJ Heather Mac Donald del pensatoio Manhattan Institute, autrice del libro di prossima uscita “La Guerra ai Poliziotti”. Il Washington Post ha un database sugli spari degli agenti negli ultimi 18 mesi: nel 2015 i poliziotti hanno ucciso 662 tra bianchi e ispanici e 258 neri (la quasi totalita' delle vittime di ogni colore stava attaccando la polizia, spesso con armi), e usando i numeri degli omicidi nel 2014 come un'approssimazione del 2015, i 662 uccisi sono il 12% di tutti gli omicidi bianchi e ispanici, cioe' tre volte tanto le morti dei neri per mano della polizia. “La piu' bassa proporzione delle morti dei neri dovute agli spari dei poliziotti” scrive Mac Donald, “puo' essere attribuita al deprecabile tasso di omicidi di neri su neri. C'erano stati 6095 morti per omicidi di neri nel 2014 (ultimo dato disponibile) confrontato con 5397 morti per omicidi per bianchi e ispanici combinati. Quasi tutte queste vittime di omicidio tra i neri avevano avuto killer neri”. Gli agenti, di tutte le razze, sono ad un rischio sproporzionato di essere assaliti dai neri. Nell'ultimo decennio, secondo dati FBI, il 40% di killer di agenti sono stati afro-americani. Gli agenti sono stati uccisi dai neri ad un tasso due volte e mezzo piu' alto del tasso al quale i neri sono uccisi dalla polizia. Se e' vero che i neri sono il 26% delle vittime degli spari dei poliziotti, mentre gli afro-americani sono il 13% della popolazione, le statistiche dell'Ufficio della Statistiche della Giustizia spiegano abbondantemente la causa: i neri sono stati incriminati del 62% di tutte le rapine, del 57% degli omicidi e del 45% degli assalti violenti nelle 75 maggiori contee americane nel 2009 (ultimo dato disponibile) sebbene in quell'anno fossero il 15% della popolazione di quelle contee. Quanto alla propensione a sparare delle diverse razze, uno studio del 2015 del criminologo Greg Ridgeway della universita' della Pennsylavania, ex direttore dell'Istituto Nazionale della Giustizia, ha scoperto che gli agenti neri della Polizia di New York City hanno usato le loro pistole nei conflitti con i delinquenti ad un tasso 3,3 volte piu' alto di quanto non abbiano sparato gli altri agenti presenti sulla scena. Black Lives Matter e' riuscito a diventare un movimento politico, grazie alla complicita' dei giornali di sinistra, anche se si basa su falsificazioni palesi. di Glauco Maggi  twitter @glaucomaggi

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