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EMOZIONI, QUESTE SCONOSCIUTE

Come imparare a gestirle affinchè non vi danneggino

Andrea Bisaschi
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Si parla sempre più spesso di bullismo, baby gang, prevaricazione verso le categorie più indifese, violenza, ebbene oltre a segnalare i problemi, cosa si può fare per aiutare gli adolescenti a gestire meglio alcune situazioni? Molti si nascondo dietro al fatto che certe aggressioni non si possono evitare, dando colpa alla società, ai politici, alle istituzioni, alla giustizia, alla scuola, alle famiglie. Trovare il o i colpevoli del perchè si sia arrivati a questa situazione non è la mia priorità, quindi nel mio piccolo cercherò di darvi alcune informazioni che, se seguirete, potranno rivelarsi utili. Non risolverò sicuramente il problema della violenza giovanile, ma sono abituato quando vedo un problema, ad analizzarlo e poi provo a risolverlo senza stare a crogiolarmi o peggio ancora a lamentarmi senza fare niente. Molti per ignoranza, ovvero non conoscenza della materia, preferiscono affidarsi al destino, autoconvincendosi che non esiste una possibile soluzione. Io invece ho la certezza che è possibile fare molto e ne ho avuto la conferma con tanti allievi ed allieve, negli anni.  Un' aggressione implica per la vittima un cambiamento emozionale ed è su questo che bisogna concentrarsi. Per questo nel metodo BSD Evolution diamo ampio spazio alla trattazione delle emozioni e su come fare a gestirle. La paura che è una emozione primaria e universale, attiva delle reazioni psico fisiologiche nel nostro organismo quali segnali facciali e vocali, azioni predefinite (scappare, combattere o fingersi morti: azioni evolutive) e apprese (esempio: in auto schiacciare il piede come se volessimo frenare nonostante stia guidando il nostro amico), attività del sistema nervoso autonomo (aumento della frequenza cardiaca, maggiore afflusso sanguigno nei muscoli delle gambe, vasocostrizione periferica, aumento dell'attività respiratoria, sudorazione, irrigidimento del massetere, salivazione azzerata, dilatazione delle pupille), schemi di regolazione che modificano continuamente il comportamento (velocità con cui ci si rende conto della propria emozione, velocità con cui si riconosce e quindi si etichetta lo stato emozionale in questione, immediata frenata rispetto all'azione, si indulge in azioni impulsive; lo schema di regolazione si basa sull'apprendimento sociale precoce ed è potenzialmente modificabile), rievocazione di ricordi e aspettative ( collegati all'emozione che si sta provando e le aspettative sono coerenti alle esperienze precedenti ), interpretazione di quello che avviene in noi e intorno a noi (se non siamo in grado di regolare l'emozione, le interpretazioni saranno coerenti all'emozione in essere), cambiamenti neurochimici (rilascio di neurotrasmettitori nel circolo ematico quali adrenalina, noradrenalina, epinefrina). Ognuno di noi come dice Tomkins, psicologo statunitense, ha dei Programmi affettivi (ovvero un meccanismo centrale ereditario, dalla nascita ed uno appreso in base all'ambiente in cui viviamo) che permettono di guidare il nostro comportamento in automatico senza utilizzare la parte cognitiva. A volte questi comportamenti automatici sono necessari per la sopravvivenza, altre volte sono inappropriati come ad esempio paralizzarci davanti al pericolo. Per questo è necessario imparare ad essere presenti al nostro stato emozionale , come dice lo scrittore Alan Wallace: "il senso di essere consapevole di ciò che la mente sta facendo". Dopo la valutazione automatica del pericolo, diventa necessario divenire consapevoli degli impulsi ad agire e solo in questa fase delicatissima, è possibile modificare i comportamenti e le azioni che si metteranno in atto.  Come? Quando riconosciamo i segnali e le sensazioni caratteristiche di una data emozione, se abbiamo la presenza mentale riusciremo a rivalutare, risoppesare e orientare diversamente parole e azioni. Con gli esercizi del metodo BSD Evolution questa abilità diventerà un automatismo. Qualsiasi reazione istintiva errata che implichi il movimento del corpo e il linguaggio verbale, si può disimparare e al suo posto apprendere e far diventare automatica una reazione corretta ed efficace tramite quella che in psicologia viene definita la legge dell'esercizio (ovvero: esercitarsi, esercitarsi, esercitarsi).

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