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Mafia: arresti Palermo, elezioni capo cosca in un ristorante (2)

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(AdnKronos) - Le procedure di elezione, "ad imitazione delle vere competizioni politiche, sarebbero tuttora basate su una preliminare attività di propaganda a favore dei candidati, anche se in realtà non vi sarebbe stato nella circostanza un vero e proprio antagonista alla figura di Giuseppe Greco che, in funzione della carica di reggente già assunta, avrebbe ottenuto da subito il consenso degli affiliati più autorevoli, tra i quali lo stesso Salvatore Profeta - dicono ancora gli inquirenti - il quale si è offerto di appoggiare Giuseppe Greco, probabilmente per la sua parentela con il collaboratore Vincenzo Scarantino, certamente ingombrante, e per via dell'età avanzata". Dopo l'attività di propaganda è stata disvelata la vera e propria elezione. In sintesi essa è avvenuta attraverso il voto di tutti gli affiliati che esprimerebbero la preferenza a scrutinio palese (“ad alzata di mano... per vedere l'amico”) anche se nel passato si ricorreva ad urne consegnate ai capodecina per la raccolta tra i soldati. La procedura elettiva avverrebbe oggi solo per le cariche di capofamiglia/reggente e consigliere, mentre le nomine per i ruoli di sottocapo e capodecina sarebbero riservate allo stesso principale in precedenza eletto. "Se la base dell'organizzazione esprimesse i vertici, il capofamiglia/reggente designerebbe a suo insindacabile giudizio i propri collaboratori - dice il Ros - Secondo tale principio si inquadra l'assegnazione a Profeta di un incarico fiduciario al di fuori delle funzioni tradizionali ed alle dirette dipendenze del vertice che l'avrebbe autorizzato ad eludere le rigide regole della gerarchia mafiosa e l'obbligo di informazione dei quadri immediatamente superiori. Il quadro investigativo si è arricchito di interessanti riferimenti al periodo precedente la 2a guerra di mafia allorquando le elezioni costituivano un mero fatto formale, essendo la carica di capofamiglia (e capomandamento) di pertinenza esclusiva dello storico esponente Bontade, il 'principe di Villagrazia' o il Falco, poi ucciso il 23 aprile del 1981.

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